Calcio

“Var a chiamata? Vi spiego perché è necessario, tra noi arbitri già ne discutiamo”: come funziona la proposta dell’ex fischietto Gavillucci

Per ridurre le polemiche arbitrali in Serie A è necessario introdurre il “Var a chiamata“. Dopo l’ultimo infuocato turno di Serie A, con le polemiche per i troppi rigori e per come e quando punire le simulazioni, ecco la proposta messa sul tavolo dall’ex arbitro di Serie A, Claudio Gavillucci. In che cosa consiste il […]

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Per ridurre le polemiche arbitrali in Serie A è necessario introdurre il “Var a chiamata“. Dopo l’ultimo infuocato turno di Serie A, con le polemiche per i troppi rigori e per come e quando punire le simulazioni, ecco la proposta messa sul tavolo dall’ex arbitro di Serie A, Claudio Gavillucci. In che cosa consiste il Var a chiamata? Come già avviene in altri sport, ad esempio pallavolo e basket, sarebbero gli allenatori o i capitani delle squadre a decidere quando chiedere la revisione video di un episodio da parte dell’arbitro. Il Var continuerebbe a funzionare in autonomia per quanto riguarda il fuorigioco, mentre per gli altri interventi – dai calci di rigore ai cartellini rossi – sarebbero gli allenatori a decidere se e quando chiedere l’ausilio del Video Assistant Referee e quindi mandare il direttore di gara al monitor a rivedere l’azione.

Nella pallavolo e nel basket funziona così. Ogni squadra ha a disposizione un numero di challenge da poter utilizzare nell’arco di una partita per chiedere l’intervento della tecnologia. E anche l’arbitro, se non è convinto della propria decisione, può scegliere in autonomia di rivedere l’intervento con la moviola. “Var a chiamata? I tempi sono maturi, è necessario”, ha detto Gavillucci ai microfoni di Radio Crc. L’ex direttore di gara ha spiegato anche il motivo della sua convinzione: “Ne parlo da tempo perché le polemiche e le discussioni, anche tra noi arbitri, nascono più dalla mancata chiamata del Var che dalla decisione finale“.

In altre parole, spesso giocatori, allenatori e tifosi si lamentano soprattutto perché l’arbitro “non è neanche andato a rivederla”. Ma quella è una decisione che spetta a chi sta al Var, non al fischietto che è in campo. Sempre Gavilucci: “Con il challenge a disposizione delle squadre, molti di questi problemi verrebbero risolti, restituendo all’arbitro centrale la piena autonomia di decidere dopo aver rivisto le immagini, senza essere influenzato dalla discrezionalità del Var, come purtroppo è successo a Monza“. Il riferimento è al contatto tra Kyriakopoulos e il giallorosso Baldanzi, con la Roma che ha protestato pesantemente per il mancato calcio di rigore. “Sono convinto che se La Penna avesse rivisto quell’azione, avrebbe assegnato il rigore alla Roma. In quel caso, non è stata la decisione dell’arbitro in campo a contare, ma l’interpretazione del Var”, ha detto ancora Gavillucci.