Diritti

Bolzano, la marcia delle donne per i diritti: “Dopo 23 anni ancora manca una struttura adeguata per accogliere chi subisce violenza”

Una struttura adatta per ospitare la Casa delle Donne a Bolzano, che abbia il giusto numero di posti e non sia temporanea. E non solo: consultori laici e indipendenti; l’accesso gratuito a metodi contraccettivi; educazione sessuale obbligatoria nelle scuole; l’attuazione del Piano d’azione provinciale per la parità di genere. Sono queste le richieste (finora senza […]

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Una struttura adatta per ospitare la Casa delle Donne a Bolzano, che abbia il giusto numero di posti e non sia temporanea. E non solo: consultori laici e indipendenti; l’accesso gratuito a metodi contraccettivi; educazione sessuale obbligatoria nelle scuole; l’attuazione del Piano d’azione provinciale per la parità di genere. Sono queste le richieste (finora senza risposta) della marcia delle donne (Frauen Marsch) che, sabato 5 ottobre, ha radunato 1500 manifestanti nel centro di Bolzano.

“L’anno scorso”, ha dichiarato Christine Clignon, presidente dell’Associazione Gea, “qui, abbiamo presentato cinque richieste politiche. Poi sono state inviate mensilmente al nuovo consiglio provinciale come promemoria: si tratta di rivendicazioni in un’ottica di prevenzione realisticamente attuabili, urgenti e misurabili. La triste certezza è che, finora, a un anno di distanza, nessuna di queste richieste è stata realizzata. È sconfortante. E lo è soprattutto in questo periodo storico caratterizzato da governi reazionari e autoritari, sia a livello locale che a livello nazionale. Questo sviluppo lo sentiamo sulla nostra pelle e comporta limitazioni ai diritti delle donne, a partire dai loro corpi”.

Nemmeno la più urgente, hanno scritto nel comunicato di convocazione del corteo, “quella di mettere a disposizione un immobile adeguato per la Casa delle Donne di Bolzano, che dopo 23 anni si barcamena ancora con soluzioni alquanto provvisorie e una domanda sempre più pressante da parte di donne che vivono violenza. Osserviamo un palleggiamento di responsabilità. Di fatto, sul territorio sono attualmente disponibili solo 38 dei 52 posti previsti dalla Convenzione di Istanbul per le donne in situazioni di violenza e i loro figli”. L’intervento su questo fronte è urgente per poter sostenere chi chiede aiuto alle istituzioni. “Per garantire la sicurezza di donne, bambine e bambini che si lasciano alle spalle una situazione di violenza domestica”, ha continuato Clignon, “è indispensabile l’accoglienza in una struttura adeguata e l’accompagnamento professionale da parte dei Servizi Case Delle Donne. Chiediamo quindi le chiavi per una Casa delle Donne ad indirizzo segreto a Bolzano entro il prossimo periodo di legislatura”.