Prove su strada

Bmw Serie 1, la prova de Il Fatto.it – La “piccola” con carattere e idee chiare – FOTO

La piccola, se proprio vogliamo definirla così, ha un bel caratterino. Cambio manuale? Manco per idea. Sedili in pelle? Non se ne parla? Versione elettrica o plug-in? Non nella mia gamma, guarda ai piani alti, se proprio ti va. La nuova Serie 1, la vettura che rappresenta la porta d’ingresso nella famiglia Bmw, ha le idee chiare: non si sacrificano mucche per fare i fighi, per ridurre le emissioni punto sui nuovi propulsori a benzina e a gasolio (e al massimo ti propongo un motore elettrico integrato nel cambio perché un ibridino, dopo tutto, ci sta), il pedale della frizione te lo scordi.

A vent’anni esatti dal debutto della prima generazione della prima Serie 1, salutata all’epoca come una delle più ambiziose “antiGolf”, la compatta premium schiera sul terreno di giuoco la sua quarta generazione, forte di un’eredità di tre milioni di unità vendute dalle tre generazioni precedenti. Il mercato italiano ha assorbito circa 200 mila Serie 1, e oggi vale circa il 15 per cento delle vendite di una vettura pensata (e comprata) soprattutto in Europa.

Lunga 4,36 metri – qualche millimetro in più della precedente – la nuova Serie 1 ha cambiato parecchio il look, soprattutto davanti. Il cofano spiove parecchio e la grande griglia mette in mostra per la prima volta, sui lati, dei listelli obliqui. Presto sarà disponibile anche il contorno illuminato della griglia, che fa un po’ albero di Natale ma è carino da vedere. Dentro spicca il doppio display ricurvo orientato verso il guidatore. Sparita invece la rotellona del drive, si passa dal neutral al drive alla retromarcia con la levetta posta sul tunnel centrale, piuttosto corposo. Volatilizzati anche quasi tutti i tasti, c’è il trionfo del touch. La pelle, si diceva, non c’è più. Ora non ci si vanta più della selleria animale, è più cool spiegare che la cosiddetta ecopelle proviene da materiale riciclato di ogni tipo. Qualcosina viene addirittura realizzato usando soltanto plastiche ramazzate nei mari, compresi i resti delle reti da pesca.

Il portafoglio-motori della Serie 1 contiene sei scelte: quattro a benzina e due a gasolio. Il preferito in Italia sarà sicuramente il diesel, disponibile pure mild-hybrid, così come uno dei propulsori a benzina. I prezzi vanno dai 34.400 euro del tre cilindri a benzina da 170 cavalli agli oltre 56 mila per “er mejo fico der bigonzo”, il quattro cilindri della versione top, la M135 xDrive, dotata di una potenza di 300 cavalli e di una ruspante accelerazione che porta la macchina da zero a cento all’ora in meno di 5 secondi. La Serie 1 diesel meno costosa è la 118d, 150 cavalli e un listino che parte da 38.900 euro.

Potendo scegliere quale provare nella presentazione alla stampa abbiamo optato, ovviamente, per la la più libidinosa, la M135, con i cerchi optional da 19 pollici e gli scarichi a vista (adesso la tendenza è di nascondere i mitici “tubi di scappamento”, così sembra che i motori inquinino come quelli delle MatchBox). E in effetti, da guidare è uno spasso ‘sta M135. Fa un bel baccano, se si affonda sull’acceleratore e si smanetta sulle palette. Del cambio automatico a doppia frizione e sette rapporti. Molto divertente anche godere, per 10 secondi, della funzione “boost”, che scatena i muscoli del 2 mila tedesco: è perfetta per i sorpassi a sorpresa in autostrada e si fa sentire in tutto il circondario. Forse più dell’accelerazione impressiona la frenata: l’auto ci mette meno a scendere dai cento orari a zero che a fare l’opposto.

L’abitacolo è avvolgente e comodo, anche se una persona alta 1,80 metri si siede dietro. Dice Bmw che questa è la Serie 1 più sportiva di sempre. Bene, ci fa piacere. Anche non vedere in listino una versione tutta elettrica, maliziosamente celiamo. A salvare l’ambiente in grande stile ci pensino le vetture bavaresi più grandi e costose…

La Serie 1 non nasce tuttavia in Baviera, bensì nell’ex Germania Est, nella modernissima fabbrica di Lipsia dalle cui linee di montaggio escono anche la Serie 2 e la Mini Countryman, che batte bandiera inglese ma delle Bmw di questa stazza è cugina. Lipsia, già. Qui ci è nato Wagner e ci è sepolto Bach. Sul raffinato impianto stereo della nuova Bmw possono esaltarsi entrambi, magari per “ripulire” l’udito dopo averlo testato con il perfido “boost” della M135 xDrive.