L’annunciato blitz di Fratelli d’Italia (emerso grazie a Il Fatto Quotidiano) e della maggioranza per eleggere Francesco Saverio Marini alla Corte Costituzionale è fallito. Alla maggioranza mancavano alcuni voti e così hanno optato, pochi minuti prima, di per la scheda bianca. “La colpa è della sinistra” afferma il responsabile organizzazione del partito guidato da Giorgia Meloni, Giovanni Donzelli. Per il senatore azzurro Maurizio Gasparri c’è “il ricatto della minoranza che è una sorta di attentato agli organi costituzionali e uno stravolgimento delle regole democratiche”. Il tema è serio. Marini sarebbe dovuto diventare oggi Giudice costituzionale e la Corte dovrà pronunciarsi a inizio novembre sull’autonomia differenziata e i referendum su cui le opposizioni hanno partecipato alle raccolte firme.
Il voto era importante e i partiti di maggioranza avevano allertato deputati e senatori richiedendo a tutti la loro presenza. In Parlamento per il voto è arrivata anche Marta Fascina. La ricostruzione fatta dagli esponenti di maggioranza è rispedita al mittente da Pd e M5s. “L’Aventino lo stanno facendo loro – attacca la segretaria del Pd Elly Schlein – perché fin qui con la prima forza di opposizione si sono rifiutati di dialogare su una delle massime garanzie costituzionali, come è sempre stato fatto. Nessuno può arrogarsi il diritto di sentirsi proprietario dei massimi organi costituzionali – edaggiunge – l’argine delle opposizioni ha retto perché eravamo davanti a una forzatura ingiustificata”. Giuseppe Conte già prima del voto accusava: “Governo e maggioranza dovrebbero occuparsi da ciò che è emerge oggi dal rapporto Gimbe, invece di fare blitz”. E dopo il voto, il senatore 5 stelle Stefano Patuanelli ha definito le parole delle maggioranza “surreali”. C’è stato “un tentativo di blitz che le opposizioni hanno sventato”.
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