Le aveva comunicato per messaggio la volontà di non pagare l’affitto. A questo si sono aggiunti presunti episodi di abuso psicologico e verbale (mai denunciati precedentemente), il ritiro della carta di credito per mantenere il figlio (e, dunque, una riduzione unilaterale) e una visita a quest’ultimo che manca da diversi mesi. Così secondo El Mundo, Belen Cosimo – compagna di David Trezeguet dal 2012 al 2022 – ha citato in giudizio l’ex calciatore francese di fronte al Tribunale di Madrid. Centravanti capace di segnare quasi 300 gol con le maglie di Monaco e Juventus, tra le altre, fino al 2021 è stato ambasciatore dei bianconeri. Ora, collabora con la Fifa e stipula contratti di immagine con brand di orologi e marchi sportivi: un reddito, dunque, di oltre 140 milioni di euro che però non sembrerebbe voler più condividere con il suo passato. Il pagamento dell’affitto in cui vivono Cosimo e il figlio non arriva dallo scorso agosto. Secondo il racconto della sua ex compagna, il ripristino dei pagamenti sarebbe legato alla loro riconciliazione: “Mi dice di tornare indietro, che la mia vita da disneyana è finita e che queste sono le conseguenze della separazione. Non pensavo che avrebbe smesso di pagare. Vado in strada, ma sono molto preoccupata per mio figlio, che non posso mettere in mezzo a tutto questo”.

“Il suo comportamento dentro e fuori casa non era lo stesso”
Belen Cosimo si è espressa in merito alla questione, testimoniando che le cose siano inesorabilmente cambiate nel 2017: “Ero come la sua assistente, mi spostavo con lui per ogni suo impegno. Tuttavia, la situazione è cambiata quando sono rimasta incinta di mio figlio, perché chiaramente quando c’è un bambino le priorità cambiano. Non c’è dubbio che Trezeguet sia una star e che avesse molte persone che lo seguivano. Ma il suo comportamento dentro e fuori casa non era lo stesso, soprattutto quando perdeva una partita, non vinceva il campionato o commetteva un errore in finale. Tutto questo ha avuto molte ripercussioni a casa, oltre ad alcuni progetti professionali che non si concretizzavano”. Poi ha proseguito: “Ci sono stati abusi psicologici e verbali, ma all’epoca non li ho denunciati, anche se ho ancora alcuni dei messaggi che mi ha inviato. Non potevo continuare così per il benessere e la salute fisica mia e di mio figlio. O lui o me. Non mi lasciava lavorare, mi diceva persino che se non fosse stato per lui avrei lavorato come cassiera, come se stesse denigrando la professione. La mia autostima era distrutta e non potevo crescere mio figlio in questo modo. Come madre ho fatto una scelta e queste sono le conseguenze che sto pagando. Il problema è che non sono io a pagarle, ma mio figlio”. Proprio per questi motivi, l’ex compagna ha avviato in tribunale una causa nei confronti dell’ex centravanti francese per regolare “le relazioni padre-figlio e perché un giudice stabilisca qual è il reale ammontare del mantenimento da darmi per il benessere di nostro figlio e perché il bambino abbia un futuro stabile e una relazione regolata con suo padre”. A detta sua, una “persecuzione e una verità estenuante”.

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