Cinema

Ecco perché Joker: Folie à deux e Megalopolis hanno fatto flop al botteghino e c’era da aspettarselo

Joker: Folie à deux e Megalopolis negli Stati Uniti hanno fatto flop. I numeri del box office americano sono implacabili. Il film diretto da Todd Philips con Joaquin Phoeenix e Lady Gaga ha incassato 37,8 milioni di dollari nel primo weekend di uscita negli Usa. Cifra bassissima rispetto alle aspettative della Warner che per il sequel di Joker – Leone d’Oro a Venezia, un Oscar vinto su dieci nomination – aveva riconvocato a cifre stellari il regista Todd Phillips e Joaquin Phoenix aggiungendo nientemeno che Lady Gaga per arrivare ad un budget di oltre 200 milioni dollari.

Giusto per capire le proporzioni del disastro annunciato nel primo weekend del 2019 quando Joker uscì in sala, oltre ai possibili disordini del pubblico in sala (visto il tema di ribellione sociale trattato nel film), 38 milioni di dollari arrivarono solo la prima sera di programmazione. Mentre a fine weekend Joker andò sopra i 100 milioni, arrivando poi a superare a fine corsa oltre 1 miliardo di dollari di incassi. Secondo Variety, la Warner aveva stimato un incasso di 70 milioni nel primo weekend, cifra abbassata sui 50 a ridosso dell’uscita, poi diventata in realtà 37,5.

Joker: Folies a deux paga intanto un passaparola inesistente, anzi. Le cronache dai social parlano di fuggi fuggi generale del pubblico e di spettatori indignati che chiedono indietro i soldi del biglietto. Può capitare. Soprattutto se ti metti ad auto sabotare un tuo successo, vergognandoti di quello che significa politicamente quel film (una rivolta sociale dal basso di un povero e strambo cristo), come ha fatto il team creativo della Warner svuotando letteralmente il Joker di Phoenix da tutto il suo potenziale eversivo catalogandolo nel sequel ad un pazzo demente che saltella ai ritmi di Sinatra gorgheggiando con Lady Gaga.

Un pochino meglio Joker 2 è andato sui 76 mercati esteri (là dove andò benissimo cinque anni fa) segnando 77 milioni di dollari (la Warner ipotizzava 80). Nel 2019, del resto, nonostante la classificazione di censura R, Joker totalizzò 335 milioni di dollari di ricavi negli Stati Uniti e 743 milioni dal mercato estero. Il problema, appunto, rimane quello di un radicale dissociazione tra primo e secondo Joker, proprio come personaggio. Come scrive Variety “il primo era un dramma cupo e macabro ispirato a Taxi driver e ad altre opere di Scorsese, il secondo un musical fantasy con cover di canzoni come That’s life, Get Happy e For once in my life. Insomma, Phillips&co. con la loro inversione ad U non hanno dato al pubblico ciò che chiaramente chiedeva e la scommessa è stata subito pagata cara.

Su Megalopolis di Coppola che cosa si potrà mai dire. Il flop era telefonato da tempo perché Coppola non è più “new Hollywood” da quel dì (almeno 40 anni) e le sue coppolate, qui in veste di dilapidatore di denaro proprio e altrui, sono oramai celebri da decenni. Ridotto a due ore e diciotto dopo la disastrosa proiezione a Cannes, Megalopolis a due settimane dall’uscita ha raccolto polvere dalle poltroncine dei cinema Usa – 6 milioni e qualcosa – e appena un paio di milioncini sparsi all’estero dove si è già giocato le carte Francia, Gran Bretagna e Spagna. In Italia uscirà il 16 ottobre, ma l’aria attorno al kolossal coppoliano è pesante. E non si tratta tanto di “cinema d’autore” che fa flop, come citano erroneamente certi quotidiani italiani; quanto di una certa idea di cinema sia esteticamente che produttivamente magniloquente, esagerata, smisurata che non ha più appeal soprattutto tra le nuove generazioni di spettatori. Chiaro che con queste cifre per il franchise Joker si chiude la porta dei sequel, mentre per il mitico cineasta californiano rischia di trattarsi del fine corsa.