“Me ne sono andato per poter parlare dei suoi pericoli”. Così disse Geoffrey Hinton, a cui oggi è andato il Nobel per la Fisica insieme a John Hopfield, lasciando Google. Hinton è uno dei padri dell’Intelligenza artificiale e a maggio dell’anno scorso le sue dimissioni fecero scalpore perché accompagnate dal monito sui “troppi pericoli” di questa tecnologia. Lo scienziato aveva comunque specificato che all’interno del colosso di Mountain View si è “agito in modo molto responsabile” nello sviluppo dell’Intelligenza artificiale, nonostante i pericoli legati al suo costante miglioramento non possano essere negati. “In questo momento, non sono più intelligenti di noi, per quanto ne so. Ma penso che presto potrebbero esserlo“.

Hinton, pioniere della ricerca sulle reti neurali e sul ‘deep learning‘, nel 2018 hanno vinto il prestigioso premio Turing Award. Nel 2013 era entrato in Google nel 2013, dopo che Big G si era comprata una società fondata da lui e due suoi studenti (uno dei due è Ilya Sutskever che ha lavorato per OpenAI, casa madre di ChatGpt): i tre avevano sviluppato una rete neurale che imparava da sola a identificare oggetti comuni dopo aver analizzato migliaia di foto. In una intervista al Nyt, dopo le sue dimissioni da Google, Hinton ha commentato lo scenario in cui l’IA potrebbero diventare più intelligenti e performanti delle menti che l’hanno progettata: “La maggior parte delle persone pensava che fosse del tutto fuori luogo. E anche io lo pensavo. Pensavo che fosse lontano dai 30 ai 50 anni o anche di più. Ovviamente, non lo penso più”, ha spiegato.

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Il Nobel per la Fisica a John Hopfield e Geoffrey Hinton. “Grazie a loro i computer ora possono imitare memoria e apprendimento”

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