Intorno agli Scavi di Pompei si sono compiuti e radicati abusi di epoca così lontana che il pm di Torre Annunziata ha rinunciato a perseguirli, ritenendoli “presumibilmente prescritti”. Sulla scorta di licenze e concessioni di suolo pubblico scadute, ed usate da esercenti che hanno ampliato la loro area di pertinenza o il loro gazebo, o hanno ancorato bancarelle all’asfalto tramutandosi da ‘ambulanti’ in ‘negozianti’, senza averne diritto. In una situazione di illegalità arcinota, incancrenita dall’immobilismo di chi avrebbe dovuto controllare ed agire, e non lo ha fatto.
È il quadro dipinto dalle 53 pagine dell’ordinanza di sequestro preventivo di 46 chioschi per la vendita di chincaglierie, santini, memorabilia (ma anche panini e cola e gelati), disseminati nell’area esterna agli Scavi, tra piazze e vie ricche di bellezza e suggestione (leggi). Strutture affacciate sul sito archeologico più celebre del mondo, non a caso scelto ad agosto da Madonna per una lussuosa ed irripetibile festa di compleanno ricompensata da una generosa donazione. Un luogo simbolo della storia e della cultura di un territorio ricco di vincoli urbanistici, paesaggistici, architettonici e storici, sfregiato da opere di dubbia eleganza e di sicura illegittimità. Da decenni.
A Pompei le amministrazioni comunali sapevano che il re era nudo ma nessuno ha puntato il dito o ha fatto qualcosa. Lo sottolinea il Gip Emanuela Cozzitorto in un passaggio dell’ordinanza dove si illustra un esempio della situazione. “Alcune postazioni erano occupate da due gruppi di venditori ambulanti i quali, in assenza di provvedimento di concessione di suolo pubblico, si alternavano con turnazioni mensili che venivano consegnate agli Uffici Comunali e di polizia locale”. Quando la strada è occupata abusivamente, la legge conferisce al sindaco il potere di chiudere l’esercizio fino al pieno adempimento dell’ordine di sgombero. “Quindi, a fronte di illegittime occupazioni della sede stradale, l’amministrazione comunale ben avrebbe avuto il potere e gli strumenti per intervenire”.
Nel febbraio 2021, lette alcune informative dei carabinieri, la Procura diede incarico all’ingegnere Giuseppe Ponticorvo dell’ufficio tecnico di Piano di Sorrento di mappare gli abusi dei chioschi nelle vie di accesso agli Scavi, e la loro consistenza. Il tecnico consegnò il suo elaborato nel luglio successivo. L’indagine era ancora a modello 44, con ipotesi di reato ma senza indagati. Sono stati individuati e iscritti quest’anno: 66 persone. Tre nel frattempo erano decedute.