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“Pensa di essere Jackie Chan”: il difensore Marco Curto squalificato per 10 giornate per insulti razzisti

L'ex Como ora dovrà scontare le giornate di stop con la maglia del Cesena

Dieci giornate di squalifica – di cui la metà sospesa per un periodo di prova di due anni – per insulti razzisti pronunciati durante l’amichevole precampionato tra Como e Wolverhampton. Questa la decisione presa nei confronti di Marco Curto, all’epoca al Como e oggi difensore del Cesena. Dopo il reclamo formale da parte del club inglese e il sudcoreano Hwang Hee–chan, è arrivata la decisione dell’Uefa. Curto quindi dovrà scontare ora le cinque giornate di stop: una beffa per il Cesena.

L’accaduto
I fatti risalgono al 16 luglio. Nell’amichevole precampionato a Marbella, in Spagna, contro il Como, l’attaccante sudcoreano del Wolverhampton Hwang Heechan è stato vittima di insulti razzisti ricevuti a gara in corso. Daniel Podence, all’epoca centravanti del club inglese, nel tentativo di difendere il suo compagno era stato espulso dopo aver sferrato un pugno all’avversario. Giocatore in questione, proprio Marco Curto. “Channy (Hee-chan ndr) ha sentito un commento razzista, il che è davvero deludente. Gli ho chiesto se volesse abbandonare il campo”, aveva dichiarato l’allenatore O’Neil al termine della gara. Il club inglese aveva denunciato l’accaduto e richiesto un reclamo formale alla UEFA e FIFA. Poco dopo, il Como aveva risposto alle accuse sostenendo di essere “delusi dal fatto che la reazione di alcuni giocatori del Wolves abbia visto l’incidente gonfiarsi a dismisura” perché l’insulto non sarebbe stato intenzionalmente denigratorio. “Abbiamo parlato con il difensore in questione per capire cosa è stato detto. Egli ci ha riferito che il commento che ha fatto, rivolgendosi a un suo compagno di difesa, è stato: ‘Ignoralo, pensa di essere Jackie Chan’”.

UEFA, reclamo accolto: il comunicato dei Wolves
Reclamo accolto. “I Wolves hanno accolto con favore la decisione della FIFA di comminare una sospensione in seguito all’episodio razzista verificatosi durante l’amichevole pre-campionato del club contro il Como 1907 a luglio. L’attaccante dei Wolves Hee Chan Hwang ha denunciato l’accaduto durante il secondo tempo della partita, scatenando la furia dei suoi compagni di squadra e il cartellino rosso a Daniel Podence. Intervenuto dopo la sentenza, Matt Wild, direttore delle operazioni calcistiche e dell’amministrazione dei Wolves, ha espresso il sostegno del club alle sanzioni e ha rafforzato la posizione dei Wolves contro la discriminazione“. Queste, le dichiarazioni di Wild: “Accogliamo con favore la decisione della FIFA di sanzionare Marco Curto in seguito all’episodio discriminatorio durante la nostra amichevole pre-campionato contro il Como. La sospensione inflitta al giocatore invia un messaggio chiaro: razzismo e comportamenti discriminatori non saranno tollerati nel calcio o nella società. Questo risultato evidenzia l’impegno della FIFA nel garantire che azioni gravi abbiano conseguenze significative e siamo incoraggiati a vedere l’uso di sanzioni sportive insieme al servizio alla comunità e all’istruzione. Tali misure sottolineano l’importanza sia della punizione che dell’istruzione nello sradicare comportamenti discriminatori dal gioco che tutti amiamo. Vorremmo anche ringraziare la Football Association per il suo continuo supporto durante questo processo. La collaborazione tra gli organi di governo del calcio è fondamentale per garantire che incidenti di questa natura siano gestiti in modo efficace e che giocatori, personale e sostenitori siano tutti protetti dalla discriminazione. I Wolves si opporranno sempre fermamente al razzismo e alla discriminazione in qualsiasi forma e rimaniamo pienamente impegnati a creare un ambiente in cui tutti si sentano rispettati e inclusi”.

Insulti razzisti a Hee-chan: non è la prima volta
Come due anni fa. Hwang Hee-chan era già stato vittima di abusi discriminatori nel 2022, sempre in un’amichevole precampionato, contro l’SC Farense (club portoghese) all’Estadio Algarve. In quell’occasione, il sudcoreano era stato preso di mira – da dietro la porta – mentre si stava apprestando a battere il calcio di rigore. Anche in quella circostanza, i Wolves denunciarono i fatti con una nota ufficiale sul proprio sito.