L’iscrizione nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio era inevitabile per Giuseppe Sortino, l’ispettore della polizia di stato che lunedì a Crotone, durante un linciaggio subito nel quartiere Lamparano, ha ucciso il pizzaiolo Francesco Chimirri, da cui era stato aggredito per aver chiesto spiegazioni circa un incidente stradale provocato poco prima dalla vittima poi fuggita.
Lo ha reso noto il procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia in una nota stampa in merito al pomeriggio di follia in cui ha rischiato di morire anche il poliziotto. Il magistrato ha affermato che gli accertamenti avviati “riguardano tutte le persone coinvolte, a vario titolo, nella vicenda”. Stando a quanto riferiscono i pm, insieme a Chimirri, sulla vettura coinvolta nell’incidente all’origine della vicenda, c’era un’altra persona. I due sono stati raggiunti da Sortino, che era in borghese ma che si è immediatamente qualificato. Nonostante questo Chimirri e l’altro soggetto lo hanno “aggredito brutalmente”. Per salvarsi dalla “violenta colluttazione” l’ispettore ha impugnato la pistola e ha sparato tre colpi contro Chimirri, uno soltanto dei quali ha raggiunto il pizzaiolo di 44 anni provocandone la morte istantanea.
Sortino, in forza alla squadra mobile di Crotone, dopo aver sparato a Chimirri è stato pestato a sangue dai familiari del pizzaiolo che gli hanno fratturato la mandibola e rotto diversi denti. Tra gli aggressori c’era anche il figlio diciottenne della vittima il quale, stando a un video registrato con il cellulare da finestra rimasta aperta e subito diventato virale, ha raccolto la pistola d’ordinanza caduta a terra all’ispettore Sortino e ha tentato di sparare senza però riuscire nel suo intento. Probabilmente la poca dimestichezza del ragazzo con le armi ha salvato la vita al poliziotto: urlando “ha ucciso mio padre”, infatti, il giovane ha fatto ‘scarrellare’ la pistola e per questo sulla scena del delitto sono stati trovati tre proiettili oltre al bossolo del colpo che invece ha raggiunto Chimirri al petto, con una traiettoria dal basso verso l’altro.
Questa ricostruzione è stata confermata dalla stessa procura che ha affidato le indagini, coordinate dal sostituto Alessandro Rho, al Nucleo investigativo dei carabinieri. In seguito ai primi accertamenti, quindi, il poliziotto è stato iscritto nel registro degli indagati. Un atto dovuto anche per consentire all’ispettore Sortino, ancora ricoverato all’ospedale di Catanzaro, di poter essere interrogato nelle prossime ore facendosi assistere da un avvocato e di nominare un perito di parte per l’autopsia sul corpo di Chimirri.
Intanto i vari sindacati di polizia stanno esprimendo solidarietà all’ispettore. “Ciò che è accaduto ieri – dice il segretario generale del Coisp Domenico Pianese – rappresenta un episodio drammatico, con un evidente tentativo di attentare alla vita del nostro collega a causa di un banale incidente stradale. Abbiamo piena fiducia negli inquirenti, che siamo certi riusciranno a fare chiarezza sull’esatta dinamica dei fatti non appena sarà possibile ascoltare il nostro collega. Siamo certi che la giustizia farà il suo corso”.
Per il segretario generale del Siulp Felice Romano, “ferma restando la piena fiducia nell’autorità giudiziaria che sta indagando per chiarire la dinamica dei fatti emerge con forza la facilità con cui un poliziotto viene brutalmente aggredito solo perché aveva tentato di svolgere il proprio dovere. Ad aggrevare il quadro della situazione, emerge anche l’assoluta mancanza di consapevolezza e rispetto della sacralità della vita, atteso che il figlio della vittima, dopo aver preso la pistola del collega ha provato a sparare, con quest’ultimo riverso a terra”.
“L’intervento – aggiunge il sindacalista – si è concluso con un tragico epilogo poiché il collega è stato costretto dalla furia del branco a fare uso della pistola di ordinanza colpendo mortalmente uno degli aggressori. Una morte che sicuramente si poteva evitare se i fuggitivi si fossero fermati all’alt e avessero fornito le proprie generalità. Una vita persa che addolora ma che è il risultato della furia violenta con cui hanno aggredito il poliziotto”.
La pensa allo stesso modo il segretario generale del Sap Stefano Paoloni secondo cui l’ispettore Sortino, “per svolgere il proprio dovere e identificare dei fuggitivi da un incidente stradale, è stato vittima di una violenta aggressione. Purtroppo l’intervento ha avuto un tragico epilogo poiché il collega è stato assalito e, per difendersi, ha sparato con l’arma da fuoco di servizio colpendo mortalmente uno degli aggressori”.