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“Se non fossero arrivati i francesi saremmo morte congelate, appena ho visto lo zaino cadere ho capito”: l’alpinista Fay Manners racconta l’incubo sullo Chaukhamba III

"Stavo congelando, i miei pantaloni in piuma, le calze più spesse e tutti gli altri indumenti più caldi che avevo nello zaino per la sera non erano più accessibili", le parole dell'alpinista rimasta bloccata a 6500 metri con la collega Michelle Dvorak

di F. Q.
“Se non fossero arrivati i francesi saremmo morte congelate, appena ho visto lo zaino cadere ho capito”: l’alpinista Fay Manners racconta l’incubo sullo Chaukhamba III

Immaginate di trovarvi a 6500 metri di quota sullo Chaukhamba III, impegnati nel salita per raggiungere la vetta himalayana a 6974 metri. Una frana trancia la corda che tiene lo zaino contenente una parte di equipaggiamento importante. È un momento di terrore quello vissuto dalle due alpiniste Fay Manners, 37 anni e Michelle Dvorak, 31 anni. Ed è un momento che la britannica ha raccontato al Telegraph. L’appello di SOS lanciato subito, l’attesa di essere trovate vive mentre imperversava una tempesta di neve, a -15°C.

A trovare Manners e Dvorak è stata una squadra di alpinisti francesi: “Un piccolo miracolo – le parole della britannica Manners – Se non fossero arrivati saremmo morte congelate o avremmo tentato di attraversare i ripidi ghiacciai senza l’attrezzatura giusta, rischiando di scivolare verso la morte”. Manners ha spiegato al Telegraph di aver “visto lo zaino cadere giù dalla montagna” e di aver “capito quali sarebbero state le conseguenze”.

Cosa conteneva lo zaino? La tenda e il fornello del duo, nonché tutti gli indumenti caldi, i ramponi e le piccozze della Manners. Sopravvivere a quell’altitudine, difficilissimo: “Abbiamo trovato una sporgenza, ha iniziato a nevicare e fortunatamente avevamo con noi l’altro sacco a pelo nel quale potevamo rifugiarci per la notte. Stavo congelando, i miei pantaloni in piuma, le calze più spesse e tutti gli altri indumenti più caldi che avevo nello zaino per la sera non erano più accessibili”. Una situazione estrema, nella quale le due donne hanno visto passare più volte l’elicottero di soccorso che però non riusciva a individuarle. E poi, il “piccolo miracolo”: Palin Clovis, Jacques Olivier Chevallier e Vivien Berlaud le hanno trovare, rinunciando a raggiungere loro stessi la cima. “Ci hanno aiutato ad attraversare il ripido ghiacciaio, sarebbe stato impossibile senza la nostra attrezzatura, ramponi e piccozze. Ci hanno dato la loro tenda e sacchi a pelo, ci hanno dato acqua e cibo e hanno infine detto all’elicottero dove venire a prenderci”.

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