Decine, anzi, centinaia di persone in spiaggia, castelli di sabbia, bimbi felici e genitori rilassati. Pur essendo ottobre, è una situazione che, a Dubai, lì dove l’estate dura sei mesi, non appare affatto strana. Ma se si considera che questa folla di bagnanti appare, sovente, dopo le 23, ecco, dunque, che sorge il dubbio: perché? Semplice, è a partire dalle ore notturne che le temperature scendono drasticamente, passando dai soffocanti 40 gradi giornalieri ai 30 gradi, decisamente più sostenibili per i cittadini e turisti.
Ed è proprio questo il motivo per cui la città, che conta più di 3,5 milioni di abitanti, ha preso provvedimenti, garantendo la massima sicurezza possibile per permettere a chiunque di frequentare la spiaggia di notte: bagnini 24 su 24, reti anti-squali, un impianto di illuminazione all’avanguardia. E sarebbe anche in fase di sperimentazione un sistema di telecamere con intelligenza artificiale che permetterebbe di lanciare l’allarme in caso di rischio annegamento.
“Penso che siamo una delle poche città al mondo ad avere così tante infrastrutture sulle spiagge pubbliche notturne, e certamente le uniche in Medio Oriente e Nord Africa”, spiega entusiasta il responsabile del progetto comunale, Hamad Shaker. E i bagnanti che frequentano la spiaggia al buio (oltre un milione in un anno, spiega Shaker) ne sono felici, considerando anche i ritmi di lavoro e le temperature estenuanti a cui sono sottoposti quotidianamente. Ma c’è chi è meno trionfalista.
La ricercatrice dell’Accademia del Turismo dell’Università di Breda, nei Paesi Bassi, Manuela Gutberlet, riporta Agence France Presse, pone l’accento sul riscaldamento globale, che potrebbe nuocere alle aspirazioni del progetto. L’esperta si riferirebbe, verosimilmente, al caso delle piogge torrenziali che, lo scorso aprile, hanno travolto la città. Di contro, altrettanto probabile, almeno secondo le previsioni degli esperti, è l’aumento delle temperature oltre i 40 o i 50 gradi nella stagione estiva. In quel caso, anche la spiaggia notturna potrebbe non essere sufficiente a incoraggiare il turismo e andrebbe trovato un modo di adattarsi a quelli che potrebbero essere i nuovi rischi.