“Le parole di Papa Francesco contro la comunità internazionale? Il Papa non fa altro che descrivere il vuoto delle teste di coloro che dovrebbero avere delle idee alternative alla guerra del ‘tutti contro tutti’ che sta scatenando Netanyahu“. Così a Otto e mezzo (La7) il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio commenta le durissime parole di Papa Francesco nella sua lettera indirizzata ai cattolici del Medio Oriente nel giorno dell’anniversario dell’attacco terroristico di Hamas in Israele e dell’inizio della carneficina a Gaza (“Un anno fa è divampata la miccia dell’odio; non si è spenta, ma è deflagrata in una spirale di violenza, nella vergognosa incapacità della comunità internazionale e dei Paesi più potenti di far tacere le armi e di mettere fine alla tragedia della guerra. (…)Sono con voi, abitanti di Gaza, martoriati e allo stremo, che siete ogni giorno nei miei pensieri e nelle mie preghiere”).
Travaglio sottolinea: “Ce lo diciamo ormai da parecchi mesi: Netanyahu avanza incontrastato e impunito in un gigantesco vuoto mondiale. Alla Casa Bianca c’è un vuoto di potere, c’è un uomo che non ci sta più con la testa e che ci trascineremo fino a gennaio indipendentemente dall’esito delle elezioni di novembre. C’è la sua vice (Kamal Harris, ndr) che, nonostante la testa ce l’abbia ancora, è soltanto una grande ipocrita perché finge di voler fermare Israele – continua – mentre non fa assolutamente niente e continua ad armare Netanyahu. Non dimentichiamo che tutte le stragi che ci hanno indignato sono avvenute in gran parte con armi americane. C’è un vuoto in Europa perché l’asse franco-tedesco che l’ha sempre pilotata è in mano a due mezzi vuoti cioè a un Macron e a uno Scholz ampiamente delegittimati dalle ultime elezioni parziali e dalle ultime elezioni parlamentari”.
E aggiunge: “Il Papa ovviamente si riferiva anche alla guerra in Ucraina, che continua a maciullare migliaia di vittime quando tutti sanno come andrà a finire. Tuttavia, sull’Ucraina qualcuno sta cominciando a ragionare dopo 2 anni e mezzo di follia. Leggiamo infatti che la Nato comincia a valutare l’ingresso dell’Ucraina senza le regioni o una parte delle regioni ormai perdute. Leggiamo anche che Scholz è assediato dai suoi uomini – spiega – perché devono cercare di fare i governi in Turingia e Sassonia e vogliono che nasca finalmente questo negoziato con Putin. Sì, con Putin, perché purtroppo c’è Putin in Russia e non possiamo scegliere noi il nemico con cui trattare. Macron ha di nuovo cambiato linguaggio nelle ultime settimane e parla di un nuovo ordine mondiale dove ci si dovrà porre il problema della sicurezza di tutti, anche della Russia”.
Ma totalmente diverso è l’approccio delle potenze occidentali con Israele, come conclude il direttore del Fatto: “Non si vede nessuno che abbia un’idea alternativa a questo vuoto nel quale Netanyahu si continua a infilare. E ha ragione la storica Anna Foa, di cui noi abbiamo anticipato il suo meraviglioso libro ‘Il suicidio di Israele’: ma che Israele è quello che ingloba e annette la Cisgiordania, Gaza e un pezzo di Libano? È un Israele che diventa un paese a maggioranza araba”.