Vincenzo Onorato e i figli Achille e Alessandro hanno patteggiato. I tre erano accusati di bancarotta nell’indagine che riguarda Cin, la Compagnia Italiana di Navigazione, ammessa al concordato preventivo nel giugno 2021, una procedura fallimentare che si è chiusa tempo fa. L’ex re dei traghetti italiani e patron di Moby ha patteggiato a 3 anni e 10 mesi, per i figli, invece, due anni (pena sospesa). La richiesta di patteggiamento avanzata dal difensore Pasquale Pantano – che aveva ottenuto il parere favorevole del procura del pm Luigi Luzi (titolare del fascicolo) – è stata ratificata dal gup Luigi Iannelli.
Gli Onorato, nel corso delle vicende fallimentari del gruppo, come ha fatto notare la difesa, hanno versato somme considerevoli per ripianare i debiti. Stando alle tesi dell’accusa gli indagati, durante le fasi di concordato preventivo, “depauperavano il patrimonio” del gruppo privandole della “liquidità corrente per il regolare adempimento delle proprie obbligazioni”. In particolare a Vincenzo Onorato era stato contestato l’impiego di soldi societari di CIN e Moby per auto di lusso, ville durante le fase di concordato. Nel capo di imputazione l’acquisto nel luglio 2017 di un immobile a Milano in Piazza San Babila (in pieno centro) per 7 milioni di euro, 2 milioni in più del valore di mercato e di cui 640mila euro per spese notarili, utilizzato dall’armatore per ripianare debiti personali verso le banche nonostante fosse stato falsamente indicato da una delibera del cda come immobile di “rappresentanza della società”. Proprio oggi è stata resa nota, invece, l’archiviazione a Milano dell’indagine in cui Beppe Grillo e Vincenzo Onorato: erano accusati di traffico di influenze illecite.