Come ben sanno i pochi, generosi seguaci delle mie attività culturali, ho l’onore di presentare alcuni incontri del podcast della storica Libreria Rotondi di Roma, tempio intellettuale della ricerca spirituale. Uno degli incontri più apprezzati stato quello con Sebastiano Fusco, tra gli ultimi grandi depositari della sapienza letteraria ed esoterica del Novecento, in cui affrontavamo la connessione occulta tra fantascienza ed esoterismo.
La conversazione si era articolata attorno a tre figure carismatiche quanto controverse: il geniale Solitario di Providence, H.P.Lovecraft, creatore nei suoi racconti di una imponente cosmogonia “rovesciata”; la Bestia, “l’uomo più perverso del mondo”, ovvero Aleister Crowley e, a mia opinione, il più carismatico dei cattivi maestri, ovviamente il Barone nero Julius Evola (figura a me distante, ma a cui non si può negare un ruolo cruciale nello studio della sapienza orientale in Italia). Su quest’ultimo il discorso sarebbe complesso, mi riprometto di affrontarlo da par suo, vorrei oggi soffermarmi sulle altre due figure, complici anche alcune uscite editoriali che li riguardano.
Innanzitutto, dobbiamo ringraziare la sempre meritoria casa editrice Atlantide per aver pubblicato in italiano un romanzo luciferinamente delizioso: Aleister Crowley MI5 di Richard MNeff, racconto divertentissimo quanto inquietante, che ricostruisce magnificamente l’atmosfera della Londra clandestina sull’abisso della Seconda Guerra Mondiale; vertiginosa la narrazione, accurata e senza dubbio plausibile, degli incontri tra il beffardo satanista, il poeta perennemente ebbro Dylan Thomas e il re appena abdicato Edoardo VIII, sullo sfondo del fermento surrealista. Un romanzo folle ed elettrizzante che immaginiamo sia stato molto complesso tradurre, per la mole di richiami allo slang e alla cronaca dell’epoca (non a caso sono due i traduttori, Paola Olivetto e Mirko Zilhay). Consigliatissimo.
Tornando all’efficace racconto di Mancusi, anche in questo caso, grazie a un accurato lavoro di studio sulle fonti, la ricostruzione storica si fonde sapientemente con la variazione fantastica, in un gioco di proiezioni tra visioni e realtà, in cui si sente, profondamente, l’amore per lo stile di H.P. Lovecraft.
Per chiudere il cerchio magico, nell’invenzione fantastica di Buttaboni appare in un cameo colui dal quale siamo partiti: moderno Virgilio negli inferi letterari, l’adorabile mentore Sebastiano Fusco.