Un portone che si spalanca su un mondo di contrasti, di luci e ombre, di sacro e profano. Di dive del cinema, attori e nobili decaduti, di prelati e Carlini. È la Roma di Alessandro Michele, ma prima di lui di Fellini, Bergman, Sorrentino e dello stesso Valentino Garavani. Quella dei salotti borghesi dentro palazzi antichi, delle cene, delle chiacchiere e dei tè del pomeriggio. Una città godereccia e lussuriosa, che pulsa di vita e di storia. “Roma è santa e pu**ana, madre e matrigna, governativa e anarchica, cosmopolita e provinciale. È il luogo dove coabitano bestemmie e rosari, dove la storia entra nel quotidiano e la bellezza è trattenuta a terra da un’antichità politeista”, scrive Michele nella lettera che accompagna Avant Les Débuts, la campagna pubblicitaria della prima collezione di Valentino sotto la direzione creativa dello stilista. In questa Roma onirica e vibrante, Alessandro Michele crea un racconto che parla di moda, ma anche di arte, cinema e storia, di quella cultura in cui affondano le radici dell’Italia del secondo Dopoguerra. Un tributo potente e carico di emozione, un ritorno alle radici per la maison romana, che si tuffa nel cuore della Città Eterna e di quella cultura cultura cinematografica italiana che l’ha vista nascere, rievocando le sue contraddizioni, la sua bellezza decadente e il suo charme senza tempo.
Il video della campagna, lanciato martedì, riporta Valentino dove tutto ebbe inizio. La telecamera segue una giovane donna che, accompagnata da alcuni cani Carlini (omaggio affettuoso a Valentino Garavani), varca il portone di Palazzo Mignanelli, chiudendosi alle spalle la città. E’ un portale che collega passato e presente, custode di una narrazione che Michele rilegge attraverso la lente della moda, del cinema e dell’arte. E, come un eco, risuonano le parole che Federico Fellini rivolse ad Anna Magnani nel film Roma: “Tu sei Roma, lupa e vestale, aristocratica e stracciona“. Michele prende in prestito questa definizione per incorniciare una campagna che omaggia non solo la città, ma anche la sua capacità di mescolare alto e basso, sacro e profano, con quella disinvoltura che solo Roma sa incarnare. E mentre in sottofondo riecheggiano le note maestose del requiem di Mozart, ecco scorrere sullo schermo immagini di un’umanità lasciva, vestita con i look della pre-collezione presentata lo scorso giugno. Il linguaggio visivo fonde il neorealismo di Visconti, il simbolismo di Bergman e il realismo magico di Sorrentino, come quando ad un certo punto si vede un cardinale sfrecciare sui pattini (The Young Pope vi dice niente?). In scena c’è infatti un baccanale animato da un mondo mitico e mitologico, decadente allora come oggi, ma il cui fascino è innato. Anche Michele lo subisce, ma con lucidità, tanto da trarne ispirazione e rappresentarlo con occhio critico. Alessandro omaggia e rievoca quel lifestyle in cui ha vissuto e prosperato il fondatore della maison, Valentino Garavani, costruendo una moda aspirazionale, opulenta ed eclettica, che – salvo per una manciata di capi – difficilmente oggi potremmo vedere per indossata per le strade ma che, proprio per questo, affascina e attrae. A prima vista infatti, i suoi sono look d’altri tempi e d’altri mondi, ma è quando si va a scomporli nei singoli pezzi che si trova l’oggetto del desiderio, tanti pezzi-chiave che facilmente si possono inserire e combinare nel guardaroba di ciascuno. Certo, la sua magniloquenza stilistica è divisiva, o la si ama o la si odia, ma nella sua sovrabbondanza si cela un’analisi sociologica.
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Roma diventa così la protagonista indiscussa di un racconto visivo e poetico, fatto di immagini potenti e memorie stratificate. La visione di Michele è chiara: “In questo delicato passaggio di rivisitazione memoriale ho provato a re-immaginare la Maison Valentino a partire da quel luogo mitico che è Palazzo Mignanelli, sede storica del brand. Il portone di questo antico palazzo romano diventa, nella mia trasposizione onirica, il varco di accesso a una casa popolata da un’umanità eccentrica, disinibita, eclettica. È un convivio dell’umano che celebra l’arte della festa. E in ogni nuova casa che abiteremo, la relazione con il suo passato non è mai di semplice contemplazione, piuttosto di reinvenzione”, spiega Michele nella sua lunga e appassionata lettera. Un trasloco metaforico, quello che lo stilista racconta, in cui lasciare un luogo per abitarne un altro non è mai un atto passivo, ma una metamorfosi, un rito di passaggio.
Anche gli scatti della campagna, firmati da Glen Luchford, fotografo di fama internazionale e vecchio collaboratore di Michele ai tempi di Gucci, catturano questa atmosfera sospesa tra realismo magico e neorealismo, con un’estetica che richiama i fasti del cinema italiano, ma che si proietta nel futuro. Avant Les Débuts diventa così un inno alla trasformazione, al coraggio di guardare indietro per immaginare qualcosa di nuovo: “Volevo che il risultato sembrasse davvero il frammento di un film in cui l’atmosfera dionisiaca di un baccanale dell’antica Roma rivivesse nello splendore degli anni Settanta, arrivando a contaminare il nostro presente”, spiega Michele. “C’è un fil rouge con l’heritage della maison che si amplia e include gli spazi”, scrive ancora.
Per questo Avant Les Débuts è molto più di una campagna pubblicitaria: è il manifesto di Michele, qui c’è tutto il suo mondo. E’ la dichiarazione d’intenti per la sua direzione creativa della maison. “Roma è una nobildonna decaduta, ma ancora piena di charme“, conclude Michele scrivendo le prime pagine del nuovo capitolo della storia di Valentino, un’evoluzione che rispetta l’eredità del fondatore, ma allo stesso tempo guarda al futuro con audacia e creatività.
La collezione, lanciata a giugno e in pre-vendita a Parigi dal 30 settembre, sarà disponibile in tutto il mondo dal 15 ottobre.
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