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Google nel mirino delle autorità Usa, si valuta lo spezzatino per rompere il monopolio nelle ricerche on line

Il governo statunitense sta valutando la possibilità di uno “spezzatino” di Google per porre fine al suo monopolio nel settore delle ricerche online, in quello che sarebbe il tentativo più audace finora condotto per tenere a freno una delle aziende tecnologiche più potenti al mondo. Lo riferisce il Financial Times online. Il rimedio è stato delineato dal Dipartimento di Giustizia martedì, emerge in un documento del tribunale, e arriva dopo che i procuratori federali hanno vinto un caso storico ad agosto, quando un giudice ha stabilito che Google ha violato la legge antitrust statunitense e etichettato l’azienda come “monopolista”.

Il giudice Amit Mehta potrebbe anche ordinare a Google di fornire l’accesso ai dati di base che utilizza per creare i suoi risultati di ricerca e prodotti di intelligenza artificiale. Il Dipartimento di Giustizia “sta valutando rimedi strutturali che impedirebbero a Google di utilizzare prodotti come Chrome, Play e Android per avvantaggiare la ricerca Google e i prodotti e le funzionalità correlati alla ricerca Google, inclusi i punti di accesso e le funzionalità di ricerca emergenti, come l’intelligenza artificiale, rispetto ai rivali o ai nuovi entranti”, ha affermato l’agenzia . Ad agosto, Mehta aveva stabilito che Google ha speso decine di miliardi di dollari in accordi esclusivi per mantenere un dominio illegale sulla ricerca.

Albhabet, la casa madre di Google, vale in borsa 2mila miliardi di dollari. Da Google passano l’85% delle ricerche on line degli Stati Uniti e il 95% di quelle globali su smartphone. Insieme a Meta (Facebook, Instagram) controlla quasi il 90% della pubblicità on line, è il terzo fornitore al mondo di spazi cloud dopo Amazon e Microsoft.

Se mai si concretizzasse l’ipotesi spezzatino si tratterebbe del passo più audace delle autorità Usa da quando, 20 anni fa, Washington cercò senza successo di smembrare Microsoft. Con la presidenza Biden il Dipartimento di Giustizia e la Federal Trade Commission degli Stati Uniti hanno preso di mira il predominio delle Big Tech, esaminando attentamente accordi e investimenti e accusando alcune delle aziende più potenti del paese di dominare illegalmente i mercati.

A inizio 2024 è stata citata in giudizio Apple per aver ostacolato l’innovazione impedendo ai rivali di accedere alle sue funzionalità hardware e software. La Federal trade commission ha inviato richieste ad Alphabet, Microsoft e Amazon per avere informazioni sui loro investimenti in startup di intelligenza artificiale. Numerose anche le iniziative adottate di recente dall’Antitrust europeo.