Simone Inzaghi è stato sentito dagli investigatori nell’inchiesta sui capi ultras dell’Inter, finiti nel blitz della procura antimafia di Milano. L’allenatore nerazzurro ha risposto alle domande degli agenti della Squadra Mobile dopo che nelle intercettazioni erano emersi suoi contatti con il leader della Curva Nord Marco Ferdico, uno degli arrestati e ritenuto tra i promotori dell’associazione a delinquere che avrebbe controllato i traffici illeciti intorno allo stadio.
Inzaghi parlato di richieste arrivate dal capo curva, di interlocuzioni, precisando di non aver subito minacce, né di essersi sentito intimidito. Ferdico sollecitava il tecnico – non indagato e sentito come persona informata sui fatti – a intervenire sul presidente Giuseppe Marotta per avere più biglietti per la finale di Champions di Istanbul del 2023. Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza che ha portato agli arresti, la richiesta di Ferdico al mister era stata di questo tenore: “Intervenire con la società, o meglio direttamente con Marotta”, il presidente dell’Inter, “al fine di ottenere ulteriori 200 biglietti”. E da Inzaghi sarebbe arrivata “la promessa di intercedere con i vertici societari”.
In particolare disse alla società che “c’era bisogno di qualche biglietto in più” per la finale: “Rappresentai alla società, alla dirigenza, ma non ricordo a chi, la richiesta di Ferdico”, ha aggiunto. Poi, mandò un messaggio al capo ultrà scrivendogli “ho fatto quello che dovevo fare”. Inzaghi ha chiarito che il suo “il suo desiderio era che ci fossero i tifosi della squadra per poterla incitare” per la finale di Champions.
Nell’intercettazione del 26 maggio 2023, l’allenatore risponde infatti all’ultrà: “Parlo con Ferri con Zanetti con Marotta parlo con quelli poi ti faccio sapere qualcosa, gli dico che ho parlato con te e che tanto avevi già parlato con Ferri e Zanetti. Marco io mi attivo e ti dico cosa mi dicono”. Riguardo al dialogo, il tecnico ha spiegato che rientrava nei rapporti tipici tra curva e squadra, che non voleva perdere i supporter. Il giudice per le indagini Domenico Santoro, che ha ordinato le 19 misure cautelari, aveva scritto: “Nell’approssimarsi dell’evento sportivo, erano state rilevate delle criticità che avevano creato disappunto nel direttivo interista in quanto, inizialmente era stato raggiunto un accordo con gli Slo della squadra (dirigenti addetti ai rapporti con il tifo organizzato) per ottenere 1.500 biglietti da porre in vendita per la sola curva”.
Tuttavia, spiegava il giudice, “la società nerazzurra aveva messo a disposizione un quantitativo più esiguo di titoli d’ingresso, corrispondente a 800 biglietti”. È in questo momento che il capo della curva Nord – forte dell’appoggio della ‘ndrangheta rappresentata da Antonio Bellocco – inizia a fare pressione sui vertice dell’Inter. Pressioni alle quali la società nerazzurra – considerata parte lesa dai magistrati che hanno comunque avviato un procedimento di prevenzione – cederà concedendo addirittura di più di quello concordato, non mille biglietti ma addirittura 1.500. Oltre a Inzaghi, nei prossimi giorni saranno probabilmente ascoltati altri tesserati dell’Inter e del Milan, compresi alcuni giocatori.