Politica

Israele-Palestina, 77 anni di errori. Pensare che trovino la strada della riconciliazione è utopia

di Riccardo Mastrorillo

Esattamente un anno fa un gruppo armato di Hamas (organizzazione militare che ha come obiettivo la cacciata degli ebrei da Israele) partito dalla striscia di Gaza ha compiuto un raid in territorio israeliano massacrando 1200 persone e rapendone 250. Israele da allora ha iniziato un’offensiva militare prima nella striscia di Gaza, poi in Libano con l’obiettivo di eliminare definitivamente il terrorismo palestinese.

Sono 77 anni che in questo territorio si svolge una guerra inusuale ad azioni intermittenti e sono 77 anni che i paesi occidentali si limitano a sostenere un’idea a cui oramai non crede più nessuno: “due popoli, due stati”. In questi lunghi anni una sinistra ideologica ha costruito una narrazione falsa, facendo credere a molti sprovveduti, o meno, che Israele, nel 1947, avesse invaso e occupato la Palestina. La stessa cosa per oltre 70 anni è stata ripetuta ai giovani palestinesi che sono nati e cresciuti nel più grande campo di concentramento della storia del mondo che è Gaza.

Gaza non ha un’economia, non ha un’industria, non ha alcuna prospettiva se non quella, imposta dai paesi arabi e dai paesi europei, di vivere delle elemosine di Arabi ed Europei e di acqua ed energia fornita, a suo piacere, da Israele. Ma di questa condizione indegna cui sono condannati gli oltre 2 milioni di abitanti di questo territorio nessuno in Europa si è mai preoccupato. Trent’anni fa si gridava: “Palestina Libera. Palestina Rossa!”, i giovani di allora sono stati accontentati: oggi la Palestina è tinta di rosso per il sangue versato fino ad oggi.

In questa interminabile guerra, sono avvantaggiati i più forti, come del resto in tutte le guerre, e resterà così fin quando non vi sarà una organizzazione internazionale in grado di ripristinare l’ordine e la legalità, anche con la forza.

Non riusciremmo mai a comprendere cosa significhi vivere per tre generazioni con il timore che un missile ti colpisca, che un terrorista ti uccida facendosi esplodere, o che nel cuore della notte qualcuno entri nella tua casa e di tagli la gola. Avendo peraltro avuto esperienze dirette di questo in racconti di amici e parenti. Nemmeno riusciremmo a comprendere cosa significa crescere per tre generazioni con il terrore di un bombardamento improvviso da parte di soldati, che, ti hanno detto, essere la causa unica e sola di tutte le tue sofferenze.

Pensare che questi due gruppi sociali, dopo 70 anni di truci combattimenti che hanno coinvolto prevalentemente i civili, possano da soli trovare la strada della riconciliazione è pura utopia. Ma il nostro impegno per salvare i palestinesi e garantire sicurezza agli israeliani avrebbe un costo che nessuno dei benpensanti che manifestano contro Israele è disposto a pagare. E allora laviamoci la coscienza con manifestazioni accese e convinte, mentre accettiamo indegnamente che questa guerra si avvii verso l’unica delle conclusioni che abbiamo lasciato: l’annientamento di uno dei due popoli.

L’unica possibilità di ipotizzare un futuro per questi due popoli è soltanto con un intervento militare che ponga la Palestina e il sud del Libano sotto il controllo delle Nazioni Unite, per poi costruire una conferenza di pace definitiva per il Medio oriente. Ma senza un controllo con la forza dei territori intorno ad Israele, questo non potrà mai avvenire. Nel 1995 un convinto pacifista come Alexander Langer, si batté fino al suicidio per convincere l’Europa a inviare un esercito in Serbia. Possibile che nessuno comprenda la necessità di un’assunzione di responsabilità dell’opinione pubblica e delle istituzioni europee su questa tragedia?

Invettiva per il 7 ottobre

Alcuni millenni fa Esseri umani assetati di potere inventarono le Religioni e quindi Dei presuntuosamente “unici” e in feroce concorrenza tra loro. E misero sulle loro bocche parole assassine che da sempre incitano all’assassinio. Plagiatori professionisti, che si fondano sull’ignoranza, sulla paura e sul bisogno dell’umanità di trovare risposte a tutte le domande, anche quando non ci sono, spadroneggiano sui loro greggi e alla bisogna mutano le pecore in lupi. Perenni fucine di fanatismo, nella storia del mondo hanno costruito le più estese e durature centrali criminali. Le loro prediche sanno convertire gli infedeli in vittime e i fedeli in “sicari”. Tanto per usare parole alla moda. [e.ma.]

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