“La scelta di patrocinare la partita sarebbe stata divisiva, essendo Israele uno stato in guerra“. Con questa motivazione, lo scorso mese di luglio il comune di Udine aveva negato il patrocinio per la gara di Nations League tra Italia e Israele. Tre mesi più tardi, arriva il dietrofront da parte del sindaco della città Alberto Felice De Toni: “La decisione è legata al nuovo piano di dialogo e di costruzione della pace che siamo riusciti ad associare a quello sportivo della partita di calcio che Udine ospiterà lunedì prossimo. In questi mesi abbiamo lavorato a fondo per costruire un’occasione di dialogo e di pace associata alla partita e finalmente possiamo annunciare di esserci riusciti grazie alla collaborazione con Rondine Cittadella dello Sport, Federcalcio e Ministero dello sport“. Rispetto alla prima rinuncia ha aggiunto: “Avevo sostenuto come la politica non potesse ignorare gli sviluppi della guerra in Medio Oriente. Lo credevo allora e lo credo oggi che siamo spettatori di un’escalation di violenze e atti di guerra, con nuovi paesi coinvolti in uno scenario ancor più preoccupante e sempre più privo di soluzioni”. Nonostante tutto, il comune friulano concederà il patrocinio per la sfida in programma lunedì 14 ottobre. “Un nuovo piano unitario, potenzialmente generativo, rispetto a quello sportivo, potenzialmente divisivo se strumentalizzato. Abbiamo voluto fare un passo avanti“.

L’intervento decisivo di “Rondine Cittadella dello Sport”
Organizzazione che si impegna per la riduzione dei conflitti armati nel mondo, “Rondine Cittadella dello Sport” sta organizzando un incontro con le Istituzioni in occasione della gara per “costruire iniziative che assicurino lo sport come naturale servizio alla pace”. Il comunicato sottolinea: “L’obiettivo sia comune, portare un messaggio concreto di pace, radicato nel coraggio quotidiano dei giovani provenienti dal Medio Oriente che nella World House della Cittadella della Pace cercano di spezzare la catena crescente dell’odio”. Per questo motivo, “la gara sarà uno spazio terzo, quella risorsa morale e culturale per cui è nato e continua trovare una sua preziosa ragione d’essere”.

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