L’inviata della Rai Stefania Battistini ha commentato in un’intervista al Tg1 l’ordine d’arresto e la richiesta di estradizione da parte delle autorità russa per lei e il suo operatore Simone Traini, sotto accusa per presunto “attraversamento illegale del confine” dall’Ucraina. I due sono rientrati in Italia in agosto dopo aver raccontato durante l’estate l’incursione ucraina a Kursk. “Il tribunale del Kursk ha dato seguito ad una richiesta avanzata dal governo di Putin. L’accusa lascia perplessi nella misura in cui quella è una zona di conflitto quindi noi abbiamo seguito le truppe. Si fa così, da sempre. La decisione dà l’impressione di voler limitare il diritto di cronaca“.

E ha proseguito: “Ci siamo vestiti in maniera diversa dai militari, utilizzando la scritta press – ha spiegato l’inviata di guerra – Non abbiamo partecipato a nessuna azione che potesse confonderci con i militari e abbiamo documentato quella che è stata la prima invasione in territorio russo da parte degli ucraini in due anni e mezzo di guerra”.

Nonostante tutto, la giornalista sostiene assieme all’operatore, di essere serena perché è sicura di aver svolto il suo lavoro come inviata di guerra in maniera corretta nel rispetto del diritto internazionale. Da quando gli è stato recapitato l’ordine d’arresto, Battistini e Traini vivono sotto scorta. “La decisione è stata presa perché subiamo continue minacce di morte da parte di filorussi e propagandisti e su questo sta indagando la DDA di Milano”.

A settembre il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, aveva fatto sapere di aver convocato l’ambasciatore russo alla Farnesina per discutere della decisione di Mosca di inserire Battistini e Traini nell’elenco delle persone ricercate.

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