Niente da dichiarare” alla voce capitali finanziari in potenziale conflitto d’interessi, azioni di banche e aziende anche per milioni di euro, decine di immobili e, infine, mutui non citati. C’è tutto questo e altro ancora nelle risposte dei dieci commissari ‘rimandati’ dalla commissione giuridica (JURI) del Parlamento europeo che verranno esaminate nella mattinata di giovedì 10 ottobre. Ilfattoquotidiano.it, che ha potuto visionare i documenti, può quindi rivelare in esclusiva i nomi dei dieci aspiranti membri della nuova squadra von der Leyen attenzionati dagli eurodeputati della commissione e i punti più controversi delle loro dichiarazioni. Tra loro c’è anche Raffaele Fitto.

Alcuni di questi nomi erano già stati anticipati da Ilfattoquotidiano.it dopo la prima riunione della commissione JURI, ma adesso la lista dei dieci ‘rimandati’ è completa: si tratta dell’italiano Raffaele Fitto (Coesione e Riforme), della portoghese Maria Luís Albuquerque (Servizi Finanziari), del greco Apostolos Tzitzikostas (Trasporti Sostenibili e Turismo), della bulgara Ekaterina Zaharieva (Startup, Ricerca e Innovazione), del francese Stéphane Séjourné (Prosperità e Strategia Industriale), della croata Dubravka Šuica (Mediterraneo), della slovena Marta Kos (Allargamento), della rumena Roxana Minzatu (Persone, Competenze e Preparazione), della finlandese Henna Maria Virkkunen (Sovranità Tecnologica, Sicurezza e Democrazia) e dell’austriaco Magnus Brunner (Affari Interni e Migrazione).

Per la maggior parte di loro, il principale problema riguardava una dichiarazione nella quale si sosteneva di non possedere interessi finanziari propri o di parenti stretti superiori a 10mila euro e che potessero configurare un potenziale conflitto d’interesse. Dichiarazioni del genere sono arrivate da Brunner, da Séjourné, Virkkunen, Kos, Minzatu. E tutti hanno ribadito, con piccole specifiche che non cambiano il senso della loro prima dichiarazione, di non possedere alcun tipo di interesse finanziario che possa renderli incompatibili con l’incarico che andranno a ricoprire.

Ci sono poi dei casi specifici sui quali sono stati chiesti chiarimenti. E uno è quello di Raffaele Fitto. Gli europarlamentari gli chiedono delucidazioni sulle azioni possedute in due banche diverse, su un portafoglio privato che, confermerà il commissario, ammonta a circa 246.090,22 euro e sul possesso di “diversi appartamenti e terreni di dimensioni non specificate” sui quali si chiede anche di precisare se siano stati contratti dei mutui, dato che non figurano dichiarazioni di questo tipo alla voce “debiti”. Su quest’ultimo punto, Fitto spiega che la maggior parte del suo patrimonio immobiliare, composto da sette appartamenti, terreni, due garage e una cantina, oltre al 15% di una farmacia a Brindisi dal valore di 150mila euro, deriva dalle eredità ricevute. Tranne che per due appartamenti e un garage a Lecce, acquistati con mutuo già estinto, un appartamento e un garage a Maglie acquistato con fondi personali, un appartamento e una cantina a Lecce (nuda proprietà) acquistati con fondi personali. Ciò che non aveva dichiarato, invece, è il mutuo da 600mila euro e ancora in essere per l’acquisto di un appartamento a Roma. Il motivo della mancata dichiarazione: trattandosi di un’abitazione credeva non dovesse essere specificato.

Un altro profilo che da subito aveva sollevato dubbi di conflitto d’interesse è quello della croata Šuica. Questo perché intestataria di 69 quote della compagnia di navigazione Atlantska Plovidba con sede a Dubrovinik. Un patrimonio, seppur limitato nel suo valore, che è in pieno contrasto con la sua delega al Mediterraneo. Così, la commissione JURI ha invitato la commissaria designata a disfarsi di queste proprietà, cosa che lei, nella sua risposta, ha promesso che farà senza indugi.

Cifre più importanti sono quelle della slovena Marta Kos, già finita sotto osservazione per il suo passato nella società di lobbying nel settore della comunicazione Kreab. Il suo “niente da dichiarare” nella sezione degli interessi finanziari strideva, secondo gli eurodeputati, con i suoi due portafogli attivi e la sua assicurazione sulla vita per un valore totale di circa 1 milione di euro. La commissaria designata spiega così che il primo portafoglio, dal valore di 446.319,35 euro, è gestito in maniera autonoma dalla banca NLB di Lubiana, mentre il secondo, da 523.771 euro, dalla Banca Cantonale Vaudoise di Losanna. Nello specifico, il secondo portafoglio è composto anche da investimenti in società nel settore dell’orologeria, dell’alimentare, farmaceutico, dei servizi finanziari, sanitario, in oro, materie prime, immobiliare. Tutti settori che, evidentemente, non ritiene in conflitto con la sua delega all’Allargamento.

Le proprietà dichiarate da Tzitzikostas sono varie ed eterogenee. Si va da terreni, appartamenti, negozi, magazzini, parcheggi e terreni agricoli coltivati alle partecipazioni in impianti di produzione lattiero casearie e caffetterie. Gli europarlamentari chiedono quindi come siano stati acquistati tutti questi beni. La risposta è che tutte le proprietà immobiliari sono state ereditate dal padre o ricevute dalla madre, tranne un immobile acquistato con un mutuo congiunto insieme alla moglie, già dichiarato.

Infine, alla bulgara Zaharieva sono state chieste delucidazioni sul 50% delle quote possedute dal marito, architetto, in una società di architettura e design. Tutti chiarimenti che sono stati forniti.

X: @GianniRosini

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