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Orban-Von der Leyen, lite al Parlamento Ue. “Ammettete che in Ucraina stiamo perdendo”. Ursula: “Ungheria apre porte a russi e cinesi”

Accuse incrociate su tutti i temi che saranno al cento della legislatura appena inaugurata, dalle migrazioni alla sicurezza, dall’allargamento a est al Green Deal. L’intervento tenuto da Viktor Orban all’Eurocamera sulle priorità della presidenza ungherese dell’Ue ha innescato uno scontro con Ursula von der Leyen e incendiato l’Assemblea plenaria di Strasburgo come non avveniva da […]

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Accuse incrociate su tutti i temi che saranno al cento della legislatura appena inaugurata, dalle migrazioni alla sicurezza, dall’allargamento a est al Green Deal. L’intervento tenuto da Viktor Orban all’Eurocamera sulle priorità della presidenza ungherese dell’Ue ha innescato uno scontro con Ursula von der Leyen e incendiato l’Assemblea plenaria di Strasburgo come non avveniva da tempo.

Budapest “vuole essere un mediatore onesto, ha un atteggiamento costruttivo e difenderà le prerogative sancite dal Trattato”, ha esordito il premier ungherese: “Oggi sono qui per convincervi che l’Ue deve cambiare“. In primis sulla gestione dei flussi migratori. “Le frontiere europee vanno difese – ha detto il primo ministro ungherese -. Senza creazione di hotspot esterni non potremo tutelare l’Ue dall’immigrazione clandestina. C’è solo una soluzione: possiamo fare entrare solo chi ha ricevuto l’autorizzazione previamente”. E qui arriva la prima dichiarazione incendiaria: “Il sistema di asilo oggi non funziona. L’immigrazione clandestina ha alimentato la violenza contro le donne, l’antisemitismo e l’omofobia“.

La soluzione secondo Orban: “Creiamo un sistema Schengen vero e proprio, una sorta di Consiglio Schengen con la partecipazione dei capi di Stato e di governo” sul modello dell’Eurosummit, ha detto il premier di Budapest, proponendo anche “che prima del 2024 si possa completare l’adesione della Romania e Bulgaria a Schengen”.

Altro punto chiave: l’allargamento a est, includendo nell’Ue prima di tutto la Serbia, che è la testa di ponte della Russia nel Mediterraneo. “La presidenza ungherese crede fermamente che dobbiamo accelerare l’adesione dei Balcani occidentali. Questa è una questione chiave per l’Europa. Integrare l’Europa economicamente, in termini di sicurezza e anche geopoliticamente, è vantaggioso per l’Unione europea. Dobbiamo concentrarci in particolare sulla Serbia. Finché la Serbia non sarà membro dell’Unione Europea, i Balcani rimangono una regione instabile“.

Terzo punto: la transizione verde. “Non dobbiamo illuderci che sia la soluzione” al problema degli elevati prezzi dell’energia in Europa, che costituiscono un notevole ostacolo agli “investimenti” delle imprese. Anzi: “Con il Green Deal avremmo dovuto creare molti posti di lavoro, però la decarbonizzazione potrebbe portare alla riduzione della produzione economica e dell’occupazione. Il settore automobilistico è uno degli esempi più fulgidi di questa mancanza di lungimiranza perché applichiamo la politica climatica senza una politica industriale europea”.

Il primo a replicare è stato Manfred Weber, capogruppo del Ppe: “Ho ascoltato con attenzione il discorso e sono piuttosto scioccato perché ha parlato di agricoltura di migrazione, ha parlato delle tecnologie delle batterie per il futuro dell’Europa ma non ha mai accennato all’Ucraina”. “In Ungheria c’è un detto: ‘Se vuoi vincere bisogna che ci sia il coraggio necessario per ammettere che stai per perdere‘. E stiamo effettivamente perdendo in Ucraina e voi vi comportate come se non sia così”, ha replicato Orban. “Se vogliamo vincere dobbiamo cambiare la strategia, che è perdente. Propongo che riflettiate. Ci deve essere un’attività diplomatica e una comunicazione diretta o indiretta. Se si trascina il conflitto ci saranno sempre più morti, migliaia di morti. Con questa strategia non ci sarà la pace, dovete schierarvi al fianco del cessate il fuoco”.

Al termine del discorso gli eurodeputati della Sinistra hanno intonato a gran voce “Bella Ciao” alzandosi in piedi e tra gli applausi di diversi colleghi. “Ok, ok, non siamo all’Eurovision…”, ha commentato sorridendo la presidente Roberta Metsola. Quindi è arrivata la risposta, durissima, di Ursula von del Leyen. La presidente della Commissione Ue ha cominciato dalla guerra in Ucraina: “Il mondo è stato testimone delle atrocità russe in Ucraina. Ma c’è ancora chi dà la colpa della guerra non all’invasore ma all’invaso. Mi domando: sarebbe stata data la colpa agli ungheresi per l’invasione sovietica del 1956? O ai cechi per l’oppressione nel 1968? O ai lituani per il giro di vite del 1991? Possiamo avere storie e lingue diverse In Europa, ma non c’è lingua in cui pace è sinonimo di resa”.

“Ho sentito le sue parole durante il fine settimana – ha proseguito Von der Leyen -. Lei ha detto che l’Ungheria sta ‘proteggendo i suoi confini’, e che ‘i criminali vengono rinchiusi’ in Ungheria. Mi chiedo solo come questa affermazione si concili con il fatto che l’anno scorso le vostre autorità hanno fatto uscire di prigione contrabbandieri e trafficanti condannati prima che scontassero la pena”. “Questo non è proteggere la nostra Unione. Questo è solo gettare problemi oltre il recinto del vicino”, ha attaccato von der Leyen tra gli applausi dell’Aula.

“Come può essere che il governo ungherese inviti i russi nell’Ue senza ulteriori controlli aggiuntivi? – ha proseguito Von der Leyen -. Questo rappresenta un rischio per la sicurezza non solo per l’Ungheria ma per tutti e 27. Come può l’Ungheria consentire a forze di polizia cinesi di operare, questo non significa rafforzare la sovranità europea ma aprire una porta sul retro all’interferenza straniera“.

Durissime anche le altre reazioni al discorso di Orban. “Per quanto tempo presidente subiremo ancora questi ricatti? – ha domandato la capogruppo di Renew Europe Valérie Hayer – E’ ora di sospendere il diritto di voto dell’Ungheria nel Consiglio. Signor primo ministro, l’unica cosa dell’Europa che non rifiutate sono i suoi assegni”, ha detto Hayer in riferimento ai fondi Ue che Budapest percepisce. “Signor Orban, qual è la base del suo regime? – ha proseguito la capogruppo – Te lo dirò. È una costellazione di truffe. Truffe che costano una fortuna ai contribuenti ungheresi ed europei. Per chi? Per tuo genero, che si è arricchito grazie a falsi appalti pubblici per illuminare Budapest. O per il tuo amico d’infanzia, un idraulico diventato improvvisamente un magnate degli affari. Per me l’Ungheria è ancora l’unico posto che conosco dove l’uomo più ricco del paese era un idraulico!”.

“Lei ha utilizzato un falso patriottismo per demolire la democrazia – ha detto la presidente del gruppo dei Socialisti e Democratici, Iratxe Garcia Perez -, per sopravvivere nella corruzione e per calpestare i diritti di coloro che non la pensano come lei. Lei afferma di voler difendere l’Europa ma il problema è che l’Europa che lei difende non ha spazio soltanto per coloro che non la pensano come lei”.

Forti proteste si sono levate in aula durante l’intervento di Ignazio Marino che ha accusato Orban di essere “un dittatore” e ha paragonato l’istituzione dell’Ufficio a tutela della sovranità nazionale, inaugurato di recente e valso a Budapest una procedura d’infrazione, a quanto fatto in passato da “Mussolini e Hitler“. Il paragone ha suscitato le vibranti proteste degli europarlamentari del gruppo dei Patrioti europei, tra le cui fila milita Fidesz, partito di Orban.