Salta il vertice di Ramstein sull’Ucraina e da Mosca arrivano nuove minacce su una definitiva escalation del conflitto. A parlare è Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, secondo cui il pericolo di una guerra nucleare “è seriamente aumentato” a causa delle “politiche distruttive dell’Occidente”. Un ulteriore messaggio lanciato agli alleati di Kiev che continuano a sposare la linea degli attacchi legittimi anche in territorio russo: “Su questo avvertiamo chiaramente sia gli Stati Uniti sia gli altri membri della Nato che seguono la linea americana. Invece che agire sconsideratamente lungo la rotta americana, si dovrebbe tornare in sé e rendersi pienamente conto delle conseguenze catastrofiche di cui è irta la loro linea provocatoria ed estremamente pericolosa”, ha concluso Zakharova.
Col vertice tedesco rinviato, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky vola in Croazia, mentre funzionari vicini alla nato citati da Bloomberg sostengono che il leader di Kiev non sia più sulle posizioni intransigenti di un anno fa e pensi invece in maniera più concreta alla fine della guerra. Zelensky pubblicamente ha rafforzato le principali richieste di Kiev per porre fine alla guerra escludendo “contrattazioni” sulla sovranità o sul territorio ucraino, ma allo stesso tempo, nota Bloomberg, i funzionari ucraini hanno chiarito che sono pronti ad ammettere che la guerra deve finire.
Anche perché se Kiev ha conquistato territori oltreconfine, in Donetsk deve fare i conti con una perdita di territorio quasi quotidiana. Oggi, inoltre, il ministero della Difesa di Mosca ha annunciato anche la riconquista di due villaggi, Novaya Sorochina e Okrovsky, nel Kursk occupato dagli ucraini nel corso della loro invasione del 6 agosto scorso. In un comunicato, il ministero della Difesa russo afferma che “unità del raggruppamento del Nord hanno continuato l’offensiva, in cui sono stati liberati gli insediamenti di Novaya Sorochina e Pokrovksy”.