Avevano occupato un immobile pubblico, ma abbandonato da anni. Adesso, però, è arrivato lo sgombero per i ragazzi del gruppo ecologista Muschio Ribelle, che avevano preso possesso dell’ex ostello Cielo d’Alcamo, sul Monte Bonifato, nella città in provincia di Trapani. “Sono ancora emotivamente molto scossa per quello che è successo stamattina. Le forze dell’ordine hanno sgomberato l’ex ostello Cielo d’Alcamo, alla Funtanazza, bloccando il passaggio con un cordone di protezione e impedendoci il passaggio, mentre gli operai muravano porte e finestre della struttura”, spiega l’attivista Geo Adragna, raccontando quanto accaduto nella Riserva naturale di Monte Bonifato, dove ricade l’ex ostello, che molti chiamano semplicemente “La Funtanazza”, per la presenza di imponente serbatoio pubblico per la raccolta delle acque di epoca medievale.

Dallo scorso luglio, i giovani attivisti hanno deciso di ridare vita all’immobile ormai abbandonato da sei anni da tutti gli enti locali, con l’obiettivo di recuperarlo. “Non è un’occupazione, ma abbiamo liberato e restituito un bene pubblico alla cittadinanza di Alcamo e al territorio limitrofo – sostiene Geo -. L’immobile ufficialmente appartiene all’ex provincia di Trapani, però nel catasto risulta anche del comune di Alcamo, ma non abbiamo capito se le particelle sono state aggiornate, perché il sindaco ha più volte detto che non è di loro proprietà”.

Il riutilizzo del bene era cominciato con il lavoro di manutenzione. “Abbiamo messo in sicurezza l’immobile, recuperando le ringhiere che erano arrugginite, ripristinato un piccolo parco giochi e istallato le altalene, pulito lo spazio e ridipinto le pareti, cercando di riutilizzare il materiale già presente. Abbiamo ridato vita ad un luogo morto e abbandonato, e tanti alcamesi si lamentavano che fosse lasciato in rovina, e ci hanno ringraziato per il nostro intervento”, spiega Geo. Il presidio degli attivisti ha avuto anche un’altra valenza per la tutela della riserva Bonifato. “Abbiamo svolto un servizio di guardiania del bosco, che negli ultimi anni è sempre stato vittima di incendi, mentre in questa stagione con la nostra presenza non ha preso fuoco. Abbiamo organizzato diverse assemblee aperte alla cittadinanza, per decidere insieme il futuro della struttura. Oltre ad aver organizzato un festival, con presentazioni di libri, cineforum, letture di testi di Danilo Dolci e laboratori sull’autoproduzione di saponi, tutte attività legate al tema ecologico”, continua sempre l’attivista.

È mancato però il dialogo con le istituzioni locali. Subito dopo i primi giorni di occupazione, l’ex provincia di Trapani guidata commissaria Maria Concetta Antinoro aveva chiesto lo sgombero, annunciando di aver inserito “nel vigente piano di valorizzazione ed alienazione approvato, la manifestazione di interesse su tutti gli immobili provinciali, tra cui anche l’immobile in questione denominato La Funtanazza di Alcamo”. “I rapporti con le istituzioni sono stati molto deludenti, abbiamo chiesto al sindaco di partecipare alle assemblee ma ha sempre disertato, con i dipendenti dell’ex provincia che sono passati i rapporti erano cordiali – continua Geo Adragna – Non pensavamo si arrivasse allo sgombero, questa voce era circolata solo agli inizi di agosto, però poi non è più successo niente. Oggi faremo un’assemblea collettiva in piazza Ciullo ad Alcamo, perché desideriamo che il bene non torni ad essere abbandonato ma restituito alla collettività”.

“Non sono mai andato fisicamente alle assemblee, ma ho sempre tenuto i contatti con alcuni rappresentanti del gruppo”, replica invece il sindaco di Alcamo, Domenico Surdi. “Fin dall’inizio – aggiunge il primo cittadino – siamo stati aperti e abbiamo capito che c’era tutto l’interesse da parte dei ragazzi di accendere i riflettori sull’immobile, per questo ho caldeggiato un dialogo, proponendo anche di farlo in comune, tra i ragazzi del movimento e il libero consorzio, perché è chiaro che non si può avallare un’azione contraria alla legge come l’occupazione, ma dall’altro lato sarebbe stato opportuno aprire un confronto politico-istituzionale sulla gestione del bene”. Surdi sottolinea che “il Comune non ha alcuna titolarità sul bene, al catasto c’è un errore e lo abbiamo anche appurato con l’ex provincia. Da uomo delle istituzioni ritengo che lo sgombero sia una sconfitta per tutti, non mi piace vedere le immagini delle finestre e delle porte di quell’immobile addirittura murate”, conclude il sindaco di Alcamo.

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