Si accumulano i ritardi nella spesa dei fondi che arrivano in Italia grazie al Pnrr. Come riporta Il Sole 24 Ore, a segnalarlo è l’Ufficio parlamentare di bilancio che utilizza i dati della piattaforma Regis aggiornati al 2 ottobre 2024. In questi primi dieci mesi dell’anno le spese per il Pnrr sono ammontate a 8,93 miliardi a fronte dei 43,9 necessari per mantenere il ritmo del cronoprogramma. A due mesi dalla fine del quarto anno dei sei del Pnrr la spesa è quindi intorno al 27,5% dei 194 miliardi totali delle risorse. È possibile, sottolinea il quotidiano, che una quota del ritardo si spieghi con le difficoltà della piattaforma ReGis di evidenziare in tempo più o meno reale l’avanzamento del Pnrr.
Nel citare gli 8,9 miliardi nella sua audizione in Parlamento, lì Upb precisava che: “I 44 miliardi di risorse finanziarie che appaiono nel cronoprogramma in ReGiS non riflettono ancora la rimodulazione in avanti del PNRR effettuata in sede di predisposizione del conto delle Amministrazioni pubbliche a legislazione vigente presentato nel Piano strutturale di bilancio“. Upb evidenzia poi che ancora non sono disponibili informazioni circa la rimodulazione del profilo temporale di attuazione del Pnrr sottostante la previsione a legislazione vigente.
Secondo un’ ulteriore elaborazione del Sole 24 Ore dei dati dell’Upb, in particolare, nel 2024 per la missione 1 (digitalizzazione) la spesa effettiva è di 1,69 miliardi contro gli 11,42 (al 14,8%); per la missione 2 (transizione verde) spesa affettiva 1,04 (prevista 9,81, quota di spesa 10,6%); missione 3 (infrastrutture) spesa effettiva 1,43 (programmata 4,2 quota di spesa 33,6%); per istruzione e ricerca sono stati spesi 3,26 miliardi contro i 9,19 programmati (35,5%). Per inclusione e coesione sono stati spesi 670 milioni a fronte dei 4,74 miliardi programmati (14,1%). Per la salute 840 milioni spesi contro 3,76 miliardi programmati (22,3%). Per il repower Eu spesa pari a 0 contro i 790 milioni previsti.
“Questo è il risultato di una gestione del governo molto attenta alla propaganda e molto meno all’attuazione. A luglio avevano promesso un’importante accelerazione. Ma non ve n’è traccia alcuna. Hanno sperperato quanto di buono era stato fatto dai governi precedenti e a pagare il conto saranno i comuni, le imprese e i cittadini”, scrive su Facebook il senatore Alessandro Alfieri, responsabile Riforme del Pd.