Un’inchiesta di France Tv rivela oggi che documenti interni del ministero francese dell’Economia avevano allertato già un anno fa sul deficit pubblico che stava andando fuori controllo. Eppure Bruno Le Maire, l’ex ministro dell’Economia, ancora a inizio 2024 rassicurava i francesi, i mercati finanziari e l’Europa, con previsioni al 4,4%: “Il punto di svolta nel risanamento delle nostre finanze pubbliche è stato raggiunto e sarà mantenuto con fermezza”, aveva detto all’epoca. Invece è solo due settimane fa, dopo le Europee di giugno, le Legislative di luglio, le Olimpiadi di Parigi di agosto, e dopo un altro mese passato a formare un governo, che i francesi hanno scoperto che la Francia, seconda economia dell’Eurozona, è sommersa di debiti e che il disavanzo pubblico potrebbe superare il 6% del Pil nel 2024, ben al di là delle previsioni e dell’alta considerazione che, malgrado il susseguirsi delle crisi, i francesi continuano ad avere del loro Paese.
È proprio la responsabilità di Bruno Le Maire, il fedele macronista che ha occupato la poltrona di Bercy dal maggio 2017 fino a poco meno di un mese fa, ad essere ora chiamata in causa. Stamattina il deputato socialista Philippe Brun ha reclamato delle spiegazioni all’ex ministro e chiesto l’apertura di un’inchiesta parlamentare perché Le Maire venga interrogato dalla Commissione delle finanze: “La situazione è catastrofica. Non si è mai visto prima un errore di due punti di Pil nelle previsioni del nostro Paese, né di nessun altro Paese europeo – ha detto il deputato intervenendo su France Info -. Credo che alcuni elementi relativi al deficit pubblico ci siano stati deliberatamente nascosti – ha aggiunto -. Bruno Le Maire deve essere ascoltato, perché questo tipo di slittamento di bilancio non ha precedenti nella nostra storia”. Non è il solo a reclamare spiegazioni all’ex ministro. Chiedono un’inchiesta diversi esponenti della sinistra e della destra, e lo stesso Pierre Moscovici, presidente della Corte dei Conti.
I giornalisti di France Tv si sono procurati delle “note confidenziali” dell’autunno scorso, quando le finanze dello Stato ufficialmente erano ancora sotto controllo. Il 28 novembre 2023, l’amministrazione aveva inviato una nota all’ufficio di Bruno Le Maire, avvertendo che “l’attività francese è rallentata più bruscamente del previsto”. Un’altra nota del 7 dicembre, indicava che, “in assenza di entrate”, il deficit per il 2023 sarebbe aumentato “di 9,2 miliardi di euro”, precisando: “Questo peggiorerebbe anche il deficit del 2024”. A gennaio, un’altra nota ancora indicava che il deficit era salito al 5,7% del Pil, molto più dell’obiettivo fissato del 4,4%: “Una differenza di 35 miliardi di euro”, precisa France Tv. Due giorni dopo, Le Maire aveva annunciato in tv 10 miliardi di euro di tagli, conservando sempre l’obiettivo del 4,4%: “Quando dico che dobbiamo risparmiare – aveva detto – è per mantenere il controllo delle nostre finanze pubbliche”. Tre settimane dopo, Le Maire ha ammesso, in un’intervista a Le Monde, che le finanze pubbliche stavano deragliando. Ma a marzo il governo ha rinunciato ad una manovra correttiva di bilancio.
Intanto ieri il premier Michel Barnier ha presentato il suo progetto di legge finanziaria per il 2025 che, approvato dal Consiglio dei ministri e inviato alle Camere, prevede tagli per 41,3 miliardi di euro e nuove tasse per 19,3 miliardi. Due miliardi verranno da un “contributo temporaneo sui redditi molto alti”, della durata di tre anni. Le “grandi imprese”, poco più di 400, dovranno contribuire per 13,6 miliardi. Ma la maggior parte delle misure peseranno su tutti i francesi, anche i più modesti, con la diminuzione dei rimborsi statali per le spese mediche e altri tagli importanti sulla sanità (per 3,2 miliardi), e i pensionati, con lo slittamento di sei mesi dell’adeguamento delle pensioni all’inflazione (3,6 miliardi).
È prevista anche l’introduzione di tasse sull’elettricità, sulle auto più inquinanti e sui biglietti aerei. Barnier ha anche annunciato il taglio di 2.200 posti di funzionari, mentre aumentano i budget per la difesa e la sicurezza. Secondo il premier “non è una cura d’austerità”. Il progetto di legge sarà in Assemblea dal 21 ottobre per un voto prima della fine dell’anno. Ma Barnier non esclude di far passare il suo budget senza il voto dei deputati, ricorrendo cioè all’articolo 49.3 della Costituzione, lo stesso con cui era stata adottata la riforma delle pensioni nel 2023, scatenando mesi di proteste.