“Non ascoltate chi dice che ho perso la mia battaglia. Non c’è mai stata una battaglia, ma una vita da abbracciare”. Risuonano forti le parole di Sammy Basso, lette durante i suoi funerali a Tezze sul Brenta, in una lettera scritta dallo stesso giovane biologo prima della sua scomparsa. Migliaia di persone, tra amici, familiari e semplici cittadini, si sono strette attorno alla famiglia di Sammy, riempiendo lo stadio comunale per dargli l’ultimo saluto. Un lungo applauso ha accolto il feretro, ricoperto di girasoli, mentre il sindaco, i compagni di scuola e gli amici più cari si alternavano sul palco per condividere ricordi ed emozioni. Presenti anche il governatore del Veneto Luca Zaia, il prefetto di Vicenza e il ministro Luca Ciriani, in rappresentanza del Governo. “Sammy è stato un grande veneto, un personaggio unico, autoironico, intelligentissimo”, ha detto Zaia, commosso. “Ha fatto tanto per la sua malattia, donando gli organi per la ricerca. Come diceva Foscolo, ‘chi fa grandi cose nella vita si garantisce l’immortalità’, e Sammy si è garantito l’immortalità“.
Le testimonianze si sono susseguite con grande commozione. Il sindaco di Tezze, Luigi Pellanda, ha ricordato Sammy come un “consigliere comunale onorario” che, nonostante le difficoltà, ha sempre mantenuto il suo spirito ironico e la sua intelligenza vivace. Anche il segretario di stato Vaticano, il cardinale Pietro Parolin, ha voluto ricordare Sammy con un messaggio letto durante la cerimonia: “Ho avuto la grazia di incontrarlo. È stato una luce accesa nel mondo, attento all’attualità e pronto a spendersi per la pace”. Tra i presenti, anche due ragazzi italiani affetti da progeria, la stessa rarissima malattia di Sammy. Una malattia che non gli ha impedito di vivere una vita piena e intensa, laureandosi in Biologia, viaggiando per il mondo e fondando l’Associazione Italiana Progeria Sammy Basso per sostenere la ricerca.
La cerimonia, celebrata dal vescovo Giuliano Brugnotto, è stata un mix di commozione e sorrisi, proprio come avrebbe voluto Sammy. “Piangete e festeggiate. Se vorrete ricordarmi, pregate e brindate alla mia e alla vostra salute”, ha scritto nella sua lettera. E ancora: “Voglio che sappiate che ho vissuto la mia vita felicemente, da semplice uomo, con momenti di gioia e momenti difficili. La progeria ha segnato profondamente la mia vita, ma non c’è mai stata una battaglia da combattere, bensì una vita da abbracciare, con le sue difficoltà: né premio né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio”. Quindi ha concluso con la sua immancabile ironia: “Ps: state tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato“.