Cultura

Giornate Fai d’Autunno 2024, dal palazzo dei Florio al castello di Farnetella: ecco i più insoliti e curiosi da vedere questo weekend – LA GUIDA

Come accade ogni anno, da un capo all’altro della Penisola 700 luoghi d’arte, storia e natura, insoliti e curiosi, poco conosciuti e valorizzati, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno straordinariamente al pubblico in 360 città

di Marco Ferri
Giornate Fai d’Autunno 2024, dal palazzo dei Florio al castello di Farnetella: ecco i più insoliti e curiosi da vedere questo weekend – LA GUIDA

E con questa fanno 13. Tante sono le edizioni delle Giornate FAI d’Autunno, uno dei più importanti appuntamenti dedicati al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano ETS. Come accade ogni anno, da un capo all’altro della Penisola 700 luoghi d’arte, storia e natura, insoliti e curiosi, poco conosciuti e valorizzati, alcuni dei quali solitamente inaccessibili, apriranno straordinariamente al pubblico in 360 città. Noi ve ne segnaliamo qualcuno, ma l’elenco completo dei luoghi aperti, così come le modalità di partecipazione si possono legge sul sito web www.giornatefai.it. Quest’anno saranno tre le tipologie dei luoghi che apriranno per le Giornate FAI d’Autunno, ovvero nelle grandi città, luoghi che raccontano storie curiose poco conosciute o valorizzate e aree dedicate alla sostenibilità e alla conoscenza della natura e del paesaggio. Ma andiamo con ordine.

Tra le aperture nelle grandi città un’attenzione particolare la merita, a Milano, sia Palazzo Melzi d’Eril, sede della Fondazione Cariplo, di origine settecentesca e rivisitato nell’Ottocento in chiave eclettica, con la sua collezione d’arte (da Tiepolo ai cartoni preparatori di Achille Funi per la decorazione di Ca’ de Sass) e il maestoso scalone d’onore, sia Palazzo Cusani, solitamente chiuso in quanto sede del Comando Militare Esercito Lombardia, nonché sede di rappresentanza della NATO a Milano, ricco di sale con volte affrescate, stucchi dorati, specchiere e mobili di pregio. A Roma si presenterà la rara opportunità di visitare Palazzo Sciarra, sede della Fondazione Roma – ambienti maestosi e riccamente decorati – come la Biblioteca del Cardinale, opera del noto architetto Luigi Vanvitelli – che tra il 1743 e il 1750 progettò il rinnovamento del palazzo secondo i canoni stilistici dell’epoca – o l’elegante Gabinetto degli Specchi, improntato al gusto Rococò e alla moda delle chinoiseries.

A Napoli da non perdere l’opportunità di visitare l’ottocentesco Palazzo San Giacomo, l’edificio comunale riammodernato negli anni Trenta su progetto dell’architetto romano Marcello Piacentini. Dai balconi della Sala della Giunta si gode di una magnifica vista sulla Piazza del Municipio, sulla monumentale fontana del Nettuno, sulla Stazione marittima e il Vesuvio a dominare il panorama. Ancora, si potrà accedere a uno spazio finora mai visto della “Napoli sotterranea”, l’Ipogeo di Piazza del Plebiscito, sei metri sotto la Basilica di San Francesco di Paola. Quindi a Palermo si potrà visitare la Sede dell’Ordine degli Architetti della Provincia, all’interno dell’ex-Palazzo Florio – oggi Palazzo Wirz all’Olivuzza – una delle otto dimore storiche cittadine in cui vissero i celebri Leoni di Sicilia del romanzo di Stefania Auci, dove aprirà per i soli iscritti FAI l’appartamento privato della famiglia Minnella.

Tra i luoghi che raccontano storie curiose o poco note si segnalano l’Acetaia Midolini a Manzano (UD), immersa nel cuore dei Colli Orientali del Friuli, nata nel 1958 ed entrata nel 1998 nel Guinness dei primati come la più grande balsameria del mondo; il Convento di Renacavata a Camerino (MC), primo monastero al mondo, dal 1529, dell’Ordine dei Cappuccini, dove gli stessi frati che lo abitano accompagneranno il pubblico in visita, raccontando le fasi della vita monastica e mostrando il cuore antico di questo luogo mistico rimasto immutato da cinque secoli; quindi apertura senza per cedenti, a Sinalunga (SI) del Castello di Farnetella con l’omonimo borgo, testimoni di una pagina di storia emblematica del territorio senese, che dall’anno Mille si snoda fino all’Ottocento, con la sua ricostruzione in stile neo-medievale per mano di un appassionato di antichità; quindi a Oliena, in provincia di Nuoro, nel cuore della Barbagia, grazie al FAI sarà ricordata la figura della pittrice Liliana Cano, tra le più interessanti del panorama artistico sardo, ma non solo, della seconda metà del Novecento. A 100 anni dalla sua nascita verrà proposto un itinerario a cielo aperto tra i dipinti, i murales e le sculture realizzate dall’artista lungo diversi decenni. Da segnalare che il complesso delle sue opere costituisce il “Museo diffuso Liliana Cano” ed è candidato al 12° Censimento dei Luoghi del Cuore FAI 2024.

In linea coi temi temi del cambiamento climatico e della tutela della biodiversità, le Giornate FAI d’Autunno prevedono aperture dedicate alla sostenibilità e alla conoscenza della natura e del paesaggio. Per esempio a Bassano del Grappa (VI) i visitatori del Complesso di Santa Croce di Campese, monumento nazionale che festeggia quest’anno i 900 anni, avranno la possibilità di vedere anche il “brolo” o “giardino dei semplici” che offrirà spunti per riflettere sulla biodiversità; a Fara San Martino (CH) sarà eccezionalmente aperto l’Acquedotto Del Verde, alle falde del massiccio della Maiella, alimentato dalle sorgenti del Verde nella Val Serviera: l’acqua, proveniente dallo scioglimento delle nevi, corre lungo la roccia della Maiella e viene raccolta in un immenso bacino. La scoperta dei suggestivi tunnel dell’acquedotto sarà un’occasione per parlare della siccità come effetto del cambiamento climatico: un tema urgente e drammaticamente attuale; e infine, in una delle tappe attraverso le Gole di Candela a Rotondella (MT), nella prima area wilderness in Basilicata, si potranno osservare il nibbio reale e la poiana, oltre all’istrice, al gatto selvatico e alla lontra, presso il “lago effimero” di Candela, oggi completamente scomparso a causa del cambiamento climatico e ora coperto da un bosco di salici e da specie tipiche della macchia mediterranea.

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