“Io domani vado all’estero per essere audito da un Parlamento europeo che vuole sapere da me oggi la ‘ndrangheta che cos’è. Tutto questo in Italia non è mai accaduto e il Parlamento italiano non ci ha invitato mai. Al Parlamento italiano non interessa sapere oggi la ‘ndrangheta che cosa è e come si può contrastare efficacemente”. È quanto ha affermato il procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo che, mercoledì 9 ottobre, assieme al giornalista e conduttore di Report Sigfrido Ranucci e alla presidente dell’Anm di Reggio Calabria Caterina Asciutto ha partecipato a un incontro organizzato dall’Associazione nazionale magistrati sulla separazione delle carriere. “Ho una paura, un timore molto serio – ha aggiunto Lombardo durante il dibattito – che separare il pubblico ministero dal giudice aumenterà quello che oggi viene considerato l’enorme potere delle Procure della Repubblica. Di questo non si discute e invece io penso che lo si debba fare. Il pubblico ministero non deve assolutamente rischiare di trovarsi in mano un potere che non sia costantemente verificato dal contatto con il suo giudice. Il vero rischio che si corre è un riassetto complessivo tra i poteri dello Stato. Io penso che quando si è raggiunto un punto di equilibrio che si può considerare giusto, lì bisogna fermarsi perché i rischi di ogni singola modifica sono assolutamente imprevedibili. Questo è l’aspetto sul quale ci dovremmo confrontare. Un pubblico ministero separato dal giudice rischia di diventare enormemente autoreferenziale e questo penso che non deve avvenire”
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