Italia, Francia e Spagna hanno deciso di sollevare un coro unanime per denunciare gli attacchi ripetuti di Israele alla missione di pace Unifil al confine col Libano. Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez hanno fatto sentire la voce dei tre Paesi che, insieme all’Irlanda, contribuiscono alla missione delle Nazioni Unite in un comunicato con il quale hanno chiesto lo stop immediato agli attacchi di Tel Aviv. Madrid, poi, va oltre, con il capo del governo che chiede all’Ue di rivedere gli accordi di associazione con lo Stato ebraico.
Nella dichiarazione siglata a margine del Med9 di Cipro, i tre leader hanno dichiarato di contare “sull’impegno di Israele per la sicurezza delle missioni Onu e bilaterali di mantenimento della pace in Libano, nonché delle organizzazioni internazionali attive nella regione”, esprimendo condanna e “indignazione” per quanto accaduto negli ultimi due giorni con gli attacchi ai Caschi Blu che hanno provocato anche due feriti, di cui uno grave. E hanno poi sottolineato che queste azioni “costituiscono una grave violazione degli obblighi di Israele ai sensi della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu 1701 e del diritto internazionale umanitario. Questi attacchi sono ingiustificabili e dovranno finire immediatamente”.
I tre leader nella loro dichiarazione passano poi a sottolineare il “contributo” della missione Unifil “alla cessazione delle ostilità” che “sarà fondamentale”, mentre le violenze continuano e anche nella giornata di venerdì si sono registrati circa 60 morti e oltre 150 feriti in Libano. Esprimendo “indignazione dopo che diversi peacekeeper sono rimasti feriti a Naqoura“, Giorgia Meloni, Emmanuel Macron e Pedro Sanchez ricordano che “tutti i peacekeeper devono essere protetti” e ribadiscono il loro “elogio per l’impegno continuo e indispensabile delle truppe e del personale Unifil in questo contesto molto impegnativo”. “Chiediamo inoltre – concludono – un cessate il fuoco immediato e la piena attuazione della risoluzione del Consiglio di sicurezza Onu 1701 da parte di tutte le parti, che è l’unico modo per consentire alle popolazioni israeliana e libanese di tornare alle proprie case in sicurezza”.
Sanchez compie un passo ulteriore rispetto alla nota congiunta: “Se non si rispettano il diritto internazionale e i diritti umani, elementi essenziali dell’accordo di associazione fra Unione europea e Israele, c’è solo una strada: rivedere questi accordi”, ha detto chiedendo “coerenza” a Bruxelles. Sanchez ha ricordato di aver inviato a febbraio assieme al primo ministro irlandese, Leo Varadkar, una lettera alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in cui si chiedeva di “verificare urgentemente” se Israele stesse rispettando i diritti umani a Gaza. “Gli accordi devono osservarsi nella lettera e nello spirito, questa è la base della nostra credibilità nel mondo. Per cui devo chiedere alla Commissione europea di essere coerenti”.