L’attaccante del Padova – club di Lega ProMichael Liguori è stato condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi dal Tribunale di Teramo per violenza sessuale. Il calciatore 25enne era stato denunciato 6 anni fa da due ragazze, all’epoca entrambe minorenni. Il club veneto di Lega Pro con un comunicato ha chiarito che per il momento non prenderà nessun provvedimento nei confronti di Liguori, che quindi potrà continuare a giocare regolarmente in Serie C. Va ricordato infatti che nel calcio italiano non esiste una norma che punisca a livello sportivo un reato così grave come la violenza sessuale: la Federazione non l’ha mai adottata.

La condanna: cos’era successo
I fatti risalgono al 2018. Liguori all’epoca era 18enne e aveva appena concluso l’esperienza nel settore giovanile del Pescara. Insieme ad un suo amico – pure lui condannato in primo grado con la stessa pena – Liguori aveva organizzato un’uscita con due ragazze ad Alba Adriatica. Secondo la sentenza di primo grado, durante la serata entrambi hanno abusato delle due minorenni (14 e 16 anni all’epoca). L’avvocato e legale del calciatore (e del suo amico), Mauro Gionno, ha annunciato la volontà di fare ricorso: “Questa sentenza è del tutto inaccettabile e siamo certi di poter dimostrare l’innocenza di Michael e dell’altro mio assistito”. Liguori ha sempre sostenuto che si era trattato di rapporti consenzienti. Il calciatore era anche presente in aula a Teramo nel corso dell’ultima udienza del processo.

La posizione del Padova
Nel frattempo, dunque, l’attaccante classe 1999 proseguirà regolarmente il campionato, in cui per ora – con 4 gol e 3 assist – è il protagonista assoluto. Il Padova ha deciso di non prendere provvedimenti, in attesa di una sentenza definitiva: “Il Calcio Padova ha appreso nel pomeriggio di ieri la notizia relativa alla sentenza di primo grado che riguarda il proprio giocatore Michael Liguori. Il presidente Francesco Peghin e l’amministratore delegato Alessandra Bianchi hanno dichiarato che la società non esprimerà alcun tipo di valutazione in merito alla vicenda fintantoché la Giustizia non si sarà espressa con una sentenza definitiva in ultimo grado di giudizio“.

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