“Ho ricevuto via mail il 26 gennaio la notizia della scomparsa di Giulio Regeni, subito ho collegato questa sparizione all’anniversario della rivoluzione (del 25 gennaio 2011, ndr). Poi, quando ho saputo della morte, sono rimasta devastata e traumatizzata. Non sono più tornata in Egitto. Questioni di sicurezza? Su alcuni media ero stata descritta come una spia o come se facessi parte dei Fratelli musulmani”. Questo il racconto di Maha Abdelrahman, la docente dell’università di Cambridge e tutor di Giulio Regeni, nel corso della sua testimonianza in videoconferenza nel processo a carico dei 4 quattro 007 egiziani. Ovvero, Usham Helmi, il generale Sabir Tariq e i colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim, e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati del reato di sequestro di persona pluriaggravato (mentre al solo Sharif sono contestati anche i reati di concorso in lesioni personali aggravate e di concorso in omicidio aggravato, ndr).

La teste ha precisato di non aver “mai ricevuto o subito pressioni da parte del governo egiziano per non deporre, e nemmeno i miei familiari” e come invece Giulio non avesse avuto rapporti con le autorità inglesi. Allo stesso tempo ha ricordato come l’università di Cambridge gli avesse dato in parte un finanziamento, ma non una borsa di studio completa.

Rispetto al tema della ricerca, Maha Abdelrahman, già sentita dalla commissione parlamentare d’inchiesta sul caso Regeni – ha confermato quanto ribadito in passato: “Ogni studente esprime il proprio parere sul tema da sviluppare per la propria tesi. Durante la scelta di Giulio per la ricerca del suo dottorato erano presenti alcune persone, tra cui anche io. La scelta del tema spetta al richiedente, ma anche il supervisore fa parte di questa scelta”. Anche le interviste agli ambulanti “era chiaro” che fossero “in programma” e “che dovesse fare ricerca tra ambulanti”.

“Fornivo consiglio ai miei studenti sui finanziamenti e le borse di studio, ma non sapevo che Giulio avesse contattato questa fondazione” Antipode, ha aggiunto la docente. Per poi sottolineare: “Ho inviato i link sull’opportunità di finanziamento a studenti, ma non ricordo di averlo mandato direttamente” a Regeni. E ancora, in merito alla scelta del supervisor di Giulio in Egitto, ovvero Rabab el-Mahdi, docente dell’American University of Cairo: “Ero in contatto con il capo del dipartimento di Sociologia. Io ho raccomandato altri supervisori: abbiamo parlato con Giulio” di una tutor sul territorio egiziano “e io ho detto che era una buona idea”, spiega rispondendo alle domande delle difese e sottolineando che “Regeni non mi ha mai espresso preoccupazione per essere seguito da questa tutor”, considerata un’attivista. “Il lavoro di ricerca di Regeni doveva arrivare a marzo a Cambridge: non ho ricevuto dunque nessuno scritto da parte sua”, ha poi concluso la professoressa.

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