La vicenda della senatrice di Italia Viva Dafne Musolino e del presunto tentativo del presidente del Senato Ignazio La Russa di portarla dentro la maggioranza di centrodestra finirà in tribunale. In particolare il leader del partito Matteo Renzi vuol portare davanti al giudice civile il portavoce di La Russa, Emiliano Arrigo, per alcune dichiarazioni di ieri che l’ufficio stampa dell’ex premier definisce “false e diffamatorie“. Secondo il racconto di Iv La Russa avrebbe agito soprattutto in vista della votazione per il quindicesimo giudice della Corte costituzionale, per il quale ruolo la presidente del Consiglio Giorgia Meloni vorrebbe il suo attuale consigliere giuridico a Palazzo Chigi Francesco Saverio Marini, che è anche l’autore della riforma sul premierato. Il centrodestra ha tentato di raggiungere in autonomia la soglia di voti necessaria (tre quinti del Parlamento in seduta congiunta), senza riuscirci: il blitz è fallito quando tutte le opposizioni sono rimaste fuori e a qual punto la maggioranza ha votato scheda bianca per non bruciare il nome di Marini. Da qui la necessità del centrodestra di cercare voti in soccorso. Tutto legittimo, ma irrituale e poco istituzionale se a farlo – come denuncia Italia Viva – è il presidente del Senato, figura di garanzia.
Anche per questo motivo ieri il portavoce di La Russa, Arrigo, ha smentito la versione di Italia Viva: “Il senatore Matteo Renzi mente sapendo di mentire e coinvolge – non so quanto volontariamente – la sua collega Musolino (eletta con altra lista e poi passata a Iv) a fare altrettanto – ha dichiarato -. Con tutto il rispetto possibile, Renzi sta superando ogni limite. Il presidente La Russa mai ha pranzato con la senatrice Musolino ma soprattutto mai ha parlato con lei (e con altri) di voti di alcun genere”. In una nota Arrigo ha anche aggiunto che “nel ristorante del Senato, il presidente La Russa, come i tanti presenti possono testimoniare, ha semplicemente salutato (per non più di trenta secondi) la senatrice che era seduta al tavolo accanto al suo e come lo stesso presidente fa tutti i giorni con numerosi altri senatori di ogni partito. Capiamo che il senatore Renzi abbia bisogno di visibilità per coprire le difficoltà di Iv, ma non è mentendo spudoratamente che recupererà quel consenso che ha perso negli anni e che continua a perdere anche ora”. La ripetuta accusa di mentire ha quindi spinto Renzi, evidentemente, alle vie legali.
Musolino ha ribadito ancora oggi, a L’aria che tira (su La7), la sua versione: “C’è stato un approccio abbastanza diretto da parte di La Russa a verificare una mia disponibilità, in senso generale, a fare un passaggio a Fratelli d’Italia” ha detto. “Eravamo a pranzo nel ristorante del Senato, ciascuno con i propri commensali. Il presidente – ricorda Musolino – mi ha chiesto di parlarmi, e mi ha fatto questa domanda, di passare a Fdi. Sono rimasta sbalordita e ho sgranato gli occhi, e ho subito espresso il mio diniego perché la proposta era irricevibile. Che sia stata fatta è indiscutibile“. “E’ normale che, quando si fanno queste proposte così azzardate, poi si cerchi di ridimensionarle, ma ci sono i testimoni – continua la senatrice, eletta con Sud chiama Nord e poi passata a Iv -. Il problema di questi tentativi di avvicinamento è il modo di agire della maggioranza, che utilizza sempre il sistema della forza numerica, con l’assoluto rifiuto di trattare con l’opposizione. Ma questo sistema si incaglia quando il quorum è superiore ai numeri del centrodestra, come sui giudici costituzionali o sul Consiglio di amministrazione della Rai. È un insulto alle istituzioni andare a cercare parlamentari invece di aprire al dialogo“.
La Russa e Renzi avevano avuto uno scambio diretto in Aula, a Palazzo Madama, durante il question time di giovedì e in particolare su un’interrogazione al ministro della Cultura Alessandro Giuli. “Mi dispiace averla vista tremare, come hanno visto da casa, anche perché non vi era alcun intento malevolo”, ha detto Renzi dopo l’intervento di Giuli. Così è intervenuto La Russa:: “Io non ho visto questa cosa, la pregherei di esser corretto”. Parole a cui il leader di Italia Viva ha risposto invitando il presidente del Senato a “fare l’arbitro, non il supporter. Si limiti a tifare Inter“.
Lo scontro frontale di questi giorni tra l’ex premier e il presidente del Senato può provocare qualche sorriso in più per il fatto che proprio i parlamentari di Italia Viva sono stati additati da diversi giornali come i possibili franchi tiratori che nel 2022 furono determinanti per l’elezione di La Russa alla guida dell’assemblea di Palazzo Madama. Renzi, naturalmente, smentì sdegnato.