Solo due anni fa il 57enne che ha ispirato il film Lord of war ha lasciato il carcere statunitense in cui era finito nel 2008
Quando ha lasciato la prigione americana in cui è rimasto rinchiuso per 12 anni, è intervenuto perfino il consigliere per la sicurezza nazionale Usa: “Crediamo di poter gestire questa sfida, rimarremo costantemente vigili contro ogni minaccia che può rappresentare per gli Stati Uniti”. Jake Sullivan stava parlando di uno dei più famosi trafficanti di armi del mondo: il russo Viktor Bout. Solo due anni fa il 57enne che ha ispirato il film Lord of war ha lasciato il carcere statunitense in cui era finito nel 2008 dopo un arresto rocambolesco avvenuto in Thailandia. È stato liberato quando Washington ha accettato di scambiarlo con la star del basket Brittney Griner, a sua volta detenuta in Russia. Quando è tornato a Mosca Bout sembrava aver cominciato una nuova vita: eletto tra le fila di un partito di estrema destra, è diventato commentatore in vari programmi tv.
Ora il vecchio Viktor è tornato. Lo è secondo il Wall Street Journal, che lo accusa di aver ripreso il business che lo ha reso un leggendario criminale: questa volta avrebbe trafficato per rifornire di armi gli Houthi. “Il mercante della morte”, come viene soprannominato, ha smentito alla notizia all’agenzia statale russa Tass e ha accusato il giornale Usa di “accuse infondate”. Anche Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha letto l’articolo: “Siamo propensi a classificarlo come fake news e come un attacco ai nostri rappresentanti”.
Invece, secondo fonti di intelligence occidentali, gli Houthi ad agosto scorso sono andati a Mosca per negoziare l’acquisizione di un carico di armi automatiche del valore di 10 milioni di dollari. Il carico di Ak non è stato consegnato: secondo gli 007 arriverà al porto di Hodeidah, mascherato da aiuti umanitari. Ufficialmente nella capitale russa erano arrivati per contrattare l’acquisto di pesticidi e mezzi automobilistici da una fabbrica Lada. Al tavolo delle contrattazioni avrebbero trovato il baffuto nato in Tagikistan che, al crollo dell’Urss, ha svuotato i depositi sovietici, rivendendo armi a gruppi armati ed eserciti da nord a sud, dall’Asia all’Africa.
“L’amministrazione Biden è preoccupata che la Russia possa fornire agli Houthi armi avanzate per vendicarsi del sostegno Usa all’Ucraina” scrive il giornale. Quello che sperano di vedere nei prossimi carichi i ribelli yemeniti sono anche missili anti-nave e anti-carro. Non c’è però prova che Bout sia coinvolto in questi traffici. È certa solo la dichiarazione del suo avvocato americano Steve Zissou: “Se il governo russo lo autorizzasse a facilitare il trasferimento di armi a uno degli avversari dell’America, non sarebbe diverso dal governo degli Stati Uniti che invia armi a uno degli avversari della Russia come ha fatto con l’Ucraina”.