Attimi di panico e sconcerto durante "La vita in diretta" su Rai Uno
Animi accessi a Miggiano, paesino del Salento, dove il santone Kadir Bouasrya, che sarebbe a capo di una presunta setta, è stato denunciato dai genitori dei suoi adepti per violenza privata, con l’accusa di aver plagiato i ragazzi. L’uomo ha perso le staffe e ha aggredito le inviate Francesca Pizzolante (Pomeriggio 5) e Barbara Di Palma (La Vita in Diretta), le giornaliste stavano cercando di convincere l’uomo affinché acconsentisse a fare visitare dai medici i due seguaci che vivono con lui.
Il santone Kadir ha strappato con uno schiaffo il microfono a Di Palma, l’uomo che si definisce “fratello di Cristo” ha insultato le due inviate e le troupe: “Pagliacci, menzogneri, manipolatori di vite e di menti. Guai a chi continuerà a perseguitarmi, lo ucciderò qui davanti a tutti”. “Ci sentite o siete duri di orecchie? Voi state giocando col fuoco, ve lo dico io – dice il cosiddetto santone del Salento nel servizio mandato in onda dalla trasmissione condotta da Myrta Merlino – Mi avete tolto tutto divorato, lacerato. Non tentate la bontà, la misericordia, la pietà, non tentate queste cose perché perdo la pazienza”.
“Direi che è evidente che questa persona è in preda a un vero e proprio delirio, è evidente che ha bisogno di aiuto. Vorrei sapere come sta la nostra Barbara Di Palma. Perché quello che abbiamo visto è inaudito e inammissibile, una violenza ingiustificabile”, ha detto Alberto Matano visibilmente preoccupato, dopo aver mostrato le immagini: “I giornalisti sono lì per fare il proprio lavoro in un luogo pubblico, stavano facendo delle domande. Come avete visto Barbara è stata aggredita insieme alla collega. Entrambe sono state aggredite fisicamente. Adesso l’importante è mantenere una distanza di sicurezza, se lui si avvicina, chiudi il collegamento e vattene. La tua incolumità è prioritaria”.
Mentre Di Palma era in collegamento con Matano, il santone è tornato all’attacco: “Mi guardavo le spalle perché lui si è appena allontanato. Ha fatto una sfuriata inenarrabile in pieno delirio. Sono scese tutte le persone del paese. Urlava e camminava in mezzo alla strada. Sono scesi tutti per capire cosa stava accedendo. Lui è stato molto violento sia con me, che con la collega. Ci ha strappato anche i microfoni dalle mani. Poi quelle sue espressioni facciali, quell’aggressività e quelle parole dure. Penso non ci sia bisogno di spiegazioni. Eccolo di nuovo!”.
A quel punto il giornalista spaventato ha chiesto alla redazione di avvertire in fretta i Carabinieri: “Barbara allontanati. Prego la redazione di chiamare subito i Carabinieri perché è una situazione non più tollerabile. Sono veramente preoccupato per la nostra inviata, non è immaginabile quello che sta accadendo. Vi prego redazione, perché altrimenti mi fermo, temo per l’incolumità di Barbara. Siamo in diretta e non è immaginabile essere minacciati in questo modo. Chiamate i Carabinieri, fate arrivare una pattuglia per l’incolumità della nostra collega e dell’altra giornalista collegata anche lei. C’è stata un’aggressione e altre minacce di violenza fisica. La misura è colma. Barbara mettiti in un luogo riparato! Abbiamo chiamato i Carabinieri e stanno arrivando”.
L’intervento dei carabinieri ha scongiurato che la situazione degenerasse ulteriormente. Le due giornaliste stanno valutando se sporgere denuncia nei suoi confronti. “L’Usigrai è vicina a Barbara di Palma, storica giornalista de La Vita in diretta, aggredita solo per aver cercato di svolgere il suo lavoro. Barbara non si è arresa davanti alla violenza di chi le ha strappato di mano il microfono, insultandola, ma ha continuato a fare domande all’uomo, che a quanto ricostruito dagli inquirenti, sarebbe alla guida di una presunta setta, i cui adepti vivevano in un rudere senza riscaldamento, luce e contatti con l’esterno. (…) Il sindacato Usigrai sarà sempre al fianco di colleghe e colleghi e chiede a forze dell’ordine e Istituzioni di garantire l’incolumità di chi fa informazione”, l’intervento dell’esecutivo Usigrai, sindacato dei giornalisti del servizio pubblico, in una nota.