L’AUMENTO DEI PREZZI E IL MONOPOLIO DI POCHE SOCIETÀ - 5/6
Più si indaga e più i nodi vengono al pettine. Anche perché l’origine delle criticità, nel settore dell’industria musicale, non è una sola. Con l’avvento delle piattaforme di streaming, infatti, le vendite di dischi, singoli e compilation su supporto fisico sono precipitate vertiginosamente rispetto al passato. E gli instore e la passione dei collezionisti non sono sufficienti per sostenere il mercato. Spotify, Amazon Music e servizi simili pagano sì, ma molto di meno. Così, il live – che tanto piace e non fa sconti a nessuno – è diventata la principale fonte di guadagno degli artisti. Anche da qui, l’aumento dei prezzi dei biglietti per eventi, concerti e festival.
Un’ombra che si allarga in modo preoccupante se si considera che, soprattutto in America, esiste un sostanziale monopolio di TicketMaster e Live Nation sulla vendita di tagliandi e organizzazione di spettacoli. Attraverso il loro potere d’acquisto, queste società – che si sono fuse nel 2010 – possono comprare e gestire i tour degli artisti internazionali e non, cancellando la concorrenza delle agenzie nazionali e indipendenti e usando la loro posizione dominante per imporre alti costi di commissione al pubblico. Un fenomeno che interessa anche l’Europa e l’Italia – dove il colosso tedesco Eventim detiene TicketOne – e che, in passato, ha portato a dei contenziosi tra le aziende e l’antitrust.