La presidente del Consiglio Giorgia Meloni torna davanti alle telecamere per un’intervista e si focalizza sull’inchiesta della procura di Bari che coinvolge un ex dipendente di Intesa Sanpaolo, che ha spiato migliaia di conti bancari, tra cui 34 politici, compreso il suo. “Se lei mi chiede perché, per quello che riguarda i politici, sono quasi tutti esponenti di centrodestra e io sono la persona più dossierata d’Italia, le dirò che nel dramma c’è la buona notizia. E la buona notizia è, intanto, che la mia vita è stata proprio passata allo scanner e non si è trovato niente. E forse è anche questa la ragione per cui io sono così dossierata…”, ha detto davanti al direttore del Tg5 Clemente Mimun. L’occasione è insomma ghiotta per rinfrescare la sindrome del ‘complotto’, inaugurata negli scorsi mesi.
“In questa Nazione ci sono probabilmente gruppi di pressione. I gruppi di pressione non accettano di avere al governo qualcuno che pressioni non se ne fa fare e non si fa ricattare. E allora, magari tentano di toglierselo di torno con altri strumenti. Temo che non riusciranno”, ha aggiunto Meloni. “Io – ha sostenuto la premier – mi sono data una spiegazione di quanto accaduto, poi chiaramente spero che una spiegazione ce la dia la magistratura ad un certo punto”. L’ex dipendente del gruppo bancario, già licenziato, ha spiato 3.572 clienti di 679 filiali dell’istituto. Un’attività a tappeto, dunque, che avrebbe riguardato anche i movimenti delle carte di credito, che in sede disciplinare l’uomo ha detto di avere fatto da solo e per curiosità personale. Ma la procura di Bari non esclude la possibilità che esista un “mandante”. La stragrande maggioranza degli accessi riguarderebbero persone fisiche e giuridiche che in qualche modo avevano incrociato la sfera personale, locale e professionale dell’ex dipendente. E nessun file sarebbe stato scaricato.
Un caso, insomma, assai differente da quello che avrebbe riguardante Pasquale Striano, il sottoufficiale della Guardia di finanza in servizio alla Dna indagato per gli accessi abusivi riguardanti personalità sensibili. Non la pensa così Meloni che fornisce questa versione a Mimun: “Lei ricorda questo fenomeno che noi conosciamo dei ladri che entrano dentro casa, rubano i gioielli e li vendono al ricettatore. Io penso che stia accadendo la stessa cosa con il mercato delle informazioni. Penso che ci siano dei funzionari, dei dipendenti pubblici e privati, che prendono illegalmente delle informazioni e le vendono illegalmente sul mercato. A chi le vendono? Questa è la risposta che stiamo aspettando. Presumibilmente dietro ci sono degli interessi”.