Le lettere di forma o pronuncia simili si confondono, lo sguardo non sa scorrere da sinistra a destra e dall’alto in basso, le righe si mescolano e le parole non assumono un senso compiuto: è la dislessia, dal greco dys, disfunzione, e lessia, linguaggio, che interessa a livello internazionale il 15% dei bambini in età scolare (in Italia solo il 3-5%). Potranno sembrare pochi, ma la problematica è seria: immaginate cosa significhi nella quotidianità non riuscire a leggere un testo speditamente, dandogli un senso compiuto. Eppure, i bambini affetti da dislessia evolutiva (per distinguerla da quella degli adulti, che ha cause e tempistiche diverse) sono tutt’altro che stupidi, e anzi sono in buona compagnia: ne soffriva anche Albert Einstein! Questi scolaretti hanno un disturbo neurologico che comporta un diverso sviluppo cerebrale; la scrittura come è impostata non rientra così nei loro schemi mentali. E non riuscire a leggere come i compagni è dannoso per l’autostima, la fiducia in sé e un sereno percorso scolastico – insomma, le basi della futura vita adulta. Tuttavia, benché la disfunzione sia cronica i rimedi non mancano, ma solo dopo una corretta diagnosi.
Dalla diagnosi alla terapia
Solo uno psicologo o neuropsichiatra infantile, affiancato da un logopedista e da un pedagogista, può fare la diagnosi corretta, ma unicamente dopo la fine della seconda elementare. Non bisogna infatti pensare che qualche difficoltà iniziale significhi per forza dislessia. “Tutti i bambini ai loro esordi nel mondo della lettura fanno questo tipo di errori, ma li superano appunto dopo pochi mesi di scuola”, spiega la prof. Antonella D’Amico – ricercatrice di psicologia di sviluppo e dell’educazione all’Università Palermo – sul sito di UPPA (casa editrice specializzata in genitorialità e infanzia). “Altri possono continuare ad avere bisogno di sforzarsi ogni volta che devono interpretare una lettera, anche nel corso di tutta la loro vita. Questo li porta a essere particolarmente lenti e imprecisi nella lettura e soprattutto a stancarsi molto nello svolgimento di questa attività”.
Perciò genitori, educatori e insegnanti devono prestare attenzione alle difficoltà del bambino nella lettura e, se ritengono di intravedere delle problematiche, indirizzarlo dallo specialista per poter iniziare un percorso che aiuti “il piccolo ad automatizzare alcune procedure, a leggere più velocemente, ad ampliare il numero di parole riconoscibili visivamente e quindi a migliorare la comprensione del testo”, spiega la docente, aggiungendo che esistono molti libri e software con esercizi, ma che è bene non improvvisare perché ogni bambino ha esigenze specifiche e solo lo specialista sa come indirizzarlo correttamente.
I 10 segni per scoprire la dislessia
Il Quaderno DSA dell’Istituto Serafico di Assisi, offre uno strumento utile a genitori, insegnanti ed educatori per riconoscere i primi segnali della disfunzione. È stato reso fruibile sul web l’8 ottobre, in occasione della Giornata mondiale della dislessia.
1. Difficoltà nella lettura fluente. Il bambino con dislessia può avere difficoltà a riconoscere lettere e parole in modo rapido e preciso; gli errori possono includere l’inversione di lettere simili come “m” e “n”, o il mancato riconoscimento di parole comuni.
2. Lentezza nella decodifica del testo scritto. Se un bambino impiega molto più tempo rispetto ai suoi coetanei per leggere un brano, questo potrebbe essere un segnale di dislessia poiché la lentezza nella lettura spesso si accompagna a una comprensione del testo compromessa
3. Errori frequenti di ortografia. Nei casi di disortografia, si riscontrano errori ortografici costanti, come confondere suoni simili (“f” e “v”, “b” e “p”) oppure omettere o aggiungere lettere nelle parole (es: “casa” diventa “casae”).
4. Scrittura disorganizzata o illeggibile. La disgrafia si manifesta con una scrittura poco leggibile, disordinata e lenta; i bambini con disgrafia spesso trovano difficile mantenere le parole sulla linea o separare correttamente le lettere.
5. Difficoltà nell’apprendimento delle tabelline o dei numeri. Nei bambini con discalculia può emergere una difficoltà a memorizzare le tabelline o a comprendere concetti numerici di base; può risultare complicato anche eseguire semplici operazioni matematiche, come sommare o sottrarre.
6. Confusione tra simboli e numeri. La discalculia si manifesta anche con l’incapacità di distinguere correttamente simboli numerici, come confondere il 6 con il 9, o l’1 con il 7, creando problemi nell’apprendimento della matematica.
7. Omissione di lettere o sillabe. Nei bambini dislessici un segnale precoce può essere la tendenza a omettere lettere o intere sillabe durante la lettura o la scrittura. Ad esempio, “prato” diventa “pato” o “fiuto” diventa “futo”.
8. Difficoltà nell’orientamento spaziale e temporale. Un bambino con dislessia o discalculia può avere problemi a orientarsi nel tempo e nello spazio: difficoltà a seguire l’orario scolastico, a ricordare la sequenza dei giorni della settimana o a leggere l’orologio.
9. Problemi di attenzione durante la lettura o la scrittura. Spesso i bambini con DSA tendono a distrarsi facilmente durante le attività di letto-scrittura, manifestando una scarsa attenzione e una lentezza nel completare i compiti.
10. Segnali precoci nello sviluppo del linguaggio. Anche prima dell’inizio della scuola, alcuni bambini manifestano segnali di rischio DSA, come un ritardo nello sviluppo del linguaggio o difficoltà a “giocare” con i suoni delle parole, essenziali per l’apprendimento della lettura.