Davvero da gennaio bisognerà utilizzare lo Spid per accedere ai siti porno in barba alla privacy? Non proprio. La notizia, che ha preso quota nelle ultime 24 ore, nasce in scia all’approvazione, da parte dell’Agcom, dello schema di regolamento che stabilisce le modalità per l’accertamento della maggiore età degli utenti online. Si tratta della cosiddetta Age Verification, l’obbligo per le piattaforme online di verificare l’età degli utenti per evitare che materiale non adatto ai minori possa apparire davanti ai loro occhi, introdotto dal decreto Caivano in relazione ai soli contenuti a luci rosse.

Era il 24 settembre, il Fatto Quotidiano ne ha dato notizia in quei giorni, spiegando che “le proposte in campo sottoposte a consultazione pubblica, sono diverse, alcune già escludibili per limiti intrinsechi di privacy o di tecnologia: si va dalla scansione della carta d’identità al controllo incrociato con i database dell’anagrafe, dal riscontro con la carta di credito e gli istituti finanziari alla verifica tramite numero di cellulare. Ognuna di queste ha un grosso margine di difficoltà”. E così la soluzione caldeggiata dalle linee guida Agcom, che sono state approvate il 7 ottobre e contestualmente inviate a Bruxelles per il via libera definitivo, è quella della verifica effettuata da un ente terzo.

In pratica per garantire il requisito della riservatezza “rafforzata”, le specifiche dell’Autorità prevedono in particolare un sistema di verifica dell’età che utilizzi il modello del “doppio anonimato“, in cui non si deve consentire ai fornitori di prova della maggiore età di sapere per quale servizio viene eseguita la verifica dell’età, che due prove di maggiore età provengono dalla stessa fonte di prova dell’età, che un utente ha già utilizzato il sistema di verifica. Il sistema proposto dall’Autorità, prevede l’intervento, per la fornitura della prova della maggiore età, di soggetti terzi indipendenti certificati, attraverso un processo di verifica dell’età che prevede due passaggi logicamente separati: identificazione e autenticazione della persona identificata, per ciascuna sessione di utilizzo del servizio regolamentato (cioè, la fornitura di contenuti pornografici tramite sito o piattaforma web).

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