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A rischio perché ha proprietario russo, salva grazie all’emiro, bloccata dal governo: la storia della Superjet di Venezia (e dei suoi 115 lavoratori)

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Il destino di 115 lavoratori dello stabilimento Superjet International di Tessera, nella terraferma veneziana, è appeso a una decisione del Comitato di sicurezza finanziaria e alla guerra russo-ucraina. La proprietà dell’azienda, che costruisce aerei e si trova nei pressi dell’aeroporto Marco Polo, è composta per il 49% dalle quote azionarie della società russa Uac. Quel pacchetto azionario è stato congelato dall’Agenzia del Demanio a seguito delle sanzioni economiche contro la Russia.

L’azienda è entrata in crisi e a salvarla potrebbe essere l’intervento di un fondo di investimenti degli Emirati Arabi, Mark AB Capital Investments. Il problema è che entro il 31 ottobre l’operazione dovrebbe andare in porto, con la messa a disposizione delle azioni per procedere con la vendita agli arabi. Altrimenti la liquidazione sarebbe inevitabile. Da Roma però non arrivano ancora segnali positivi. La procedura è incagliata al CSF e questo sta preoccupando lavoratori e sindacati. “È da tempo che sollecitiamo il governo ad intervenire affinché il Comitato dia il via libera al passaggio di proprietà delle azioni. Gli investitori emiratini si stanno spazientendo e non c’è più tempo da perdere” dichiara Michele Valentini, segretario Fiom Cgil di Venezia. La partita riguarda innanzitutto il ministero dell’Economia, ma anche quello delle imprese e del Made in Italy.

È stata la dirigenza della società ad individuare nel 2023 il Fondo arabo che è interessato ad investire almeno 300 milioni di euro per sviluppare la tecnologia aeronautica. È stato siglato un memorandum d’intesa in base al quale in prospettiva potrebbero essere creati 400 posti di lavoro a Venezia. “Non ci possono essere più dubbi su chi possa esserci dietro questo fondo e per questo non comprendiamo le ragioni per cui il ministero dell’Economia e delle Finanze e il Comitato di sicurezza finanziaria non abbiano ancora avallato il passaggio delle azioni” dichiara Valentini. Il Fondo ha già inviato alle autorità italiane la documentazione, redatta da avvocati e commercialisti, a dimostrazione che si tratta di una operazione trasparente, così da sgomberare il sospetto che dietro le quinte ci possa essere ancora la Federazione Russa.

I sindacati hanno convocato una conferenza stampa: “È paradossale che la vertenza rischi di finire male non perché non ci sia un soggetto pronto a investire nello sviluppo dell’azienda, ma perché la questione è tenuta sotto scacco da vicende internazionali che non hanno nulla a che vedere con la credibilità di un piano industriale”. L’accordo riguarderebbe il fondo Mark AB Capital e l’ente governativo Abu Dhabi Investment Office, visto che sorgerebbe un impianto industriale ad Abu Dhabi, dove sarebbe trasferito il know-how italiano, così da consentire la costruzione di aerei al grezzo, mentre la progettazione, il completamento degli aeromobili e la certificazione rimarrebbero a Tessera.

Il governatore Luca Zaia ha interessato il ministro Giancarlo Giorgetti. Gli industriali veneti hanno preso posizione: “Non si può bloccare un investimento così strategico e fermare lo sviluppo tecnologico che raccoglie sul nostro territorio professionalità e capacità di altissimo livello”. I sindacati minacciano: “Se tardasse ad arrivare o addirittura non arrivasse una risposta, ci vedremo costretti ad alzare il livello di conflitto”.

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