A pochi giorni dal Colombus day – il giorno in cui si festeggia la scoperta dell’America – un nuovo studio attribuisce a Cristoforo Colombo una nuova nazionalità e anche religione. Non italiano e nello specifico genovese ma il navigatore “era spagnolo, un ebreo sefardita originario di luoghi del Mediterraneo occidentale” che potrebbero essere la costa di Valencia, della Catalogna o delle Baleari. Un’affermazione che fa discutere in Spagna dove si parla del documentario Colon Adn, su verdadero origen, mandato in onda sabato in prima serata dalla tv pubblica Tve per la festa nazionale dell’ispanità. A partire da un’indagine genetica condotta sui resti del Dna negli ultimi 20 anni dal medico legale José Antonio Lorente, cattedratico dell’università di Granada. Non è una novità quella della “vera” nazionalità dell’ammiraglio che – storia comune vuole – abbia condotte tre navi a scoprire il Nuovo mondo il 12 ottobre del 19452. In passato Colombo è stato considerato portoghese, galiziano, basco, scozzese.
A questa presunta scoperta si è arrivati dopo l’esumazione dei resti attribuiti a Colombo nella cattedrale di Siviglia e, poi, con quella delle ossa del figlio Fernando (Hernando Colon) circa venti anni fa. Ripresi nel 2020, i test del Dna sui resti di Colombo sono stati poi messi a confronto con quelli di parenti e presunti discendenti.
Fra le ‘”evidenze” riscontrate dal medico forense, la prima è che i frammenti di ossa custoditi a Siviglia sono proprio di Cristobal Colon. La parzialità del Dna ricostruito sarebbe dovuta al fatto che il celebre navigatore morì a Valladolid ma volle essere sepolto nelle Antille, nell’isola di Hispania. Per cui le sue spoglie furono prima trasferite a Cuba nel 1795, per poi essere riportate in Spagna durante la guerra ispano-americana nel 1898. E negli spostamenti potrebbero essere state ‘contaminate’ da fattori ambientali. La seconda “certezza” evidenziata da Lorente è che Fernando era figlio di Cristoforo Colombo, mentre Diego, considerato il fratello, sarebbe stato solo un parente di quinto grado.
Un centinaio di test di Dna – come riporta l’Ansa – sono stati effettuati dall’equipe dell’Università di Granada anche a Genova e Milano, su persone di cognome Colombo. Ma l’esame del Dna mitocondriale, che contiene informazioni sull’ascendenza da parte materna, non avrebbe dato risultati, poiché Colombo era il nome dato ai figli illegittimi “ideale per nascondere un’identità”, è la tesi dei ricercatori. Che ritengono che Colombo “nasce da una famiglia di tessitori di seta di Valencia, una tradizione nella comunità ebrea sefardita, all’epoca molto estesa in Spagna”. E avrebbe nascosto la sua religione per sfuggire all’espulsione degli ebrei decretata dai re cattolici. Un’altra prova della sua origine ispanica era che “scriveva le lettere in spagnolo”. Una conclusione contestata da esperti come Antonio Alonso, ex direttore dell’Istituto nazionale spagnolo di scienze forensi, secondo cui “il documentario non mostra in nessun momento il Dna di Colombo”.