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Discorso assurdo di Giuli, Bocchino sul Nove: “Io non ho capito, ma lui è filosofo”. Travaglio: “Prenda spunto da Meloni che parla come magna”

L’incomprensibile discorso del neoministro Alessandro Giuli di fronte alla Commissione Cultura per spiegare le linee guida del ministero ha tenuto banco anche ad ‘Accordi&Disaccordi’, il talk politico condotto da Luca Sommi su Nove con la partecipazione di Andrea Scanzi. Italo Bocchino, ospite del programma, ha difeso il linguaggio volutamente astruso del ministro: “Io confesso di non aver compreso il discorso del ministro Giuli, poi l’ho letto due volte perché mi rendo conto che Giuli è un filosofo. La tesi è interessante però è totalmente incomprensibile. Detto questo Giuli è un filosofo che deve prendere ancora le misure con il ministero“. Più che le misure, secondo Marco Travaglio, Giuli “deve prendere ancora la laurea soprattutto, sta per prenderla, ma ancora non ce l’ha”. “Ha fatto studi filosofici, a differenza tua, a differenza mia”, ha ribattuto il direttore del Secolo d’Italia a Travaglio che gli ha ricordato come fare studi in qualcosa non significhi anche essere quel qualcosa (“io sono laureato in storia, ma non sono uno storico”, ha detto il direttore del Fatto Quotidiano). bocchino ha poi sostenuto che “ha fatto un intervento incomprensibile ai più, ma deve prendere le misure con l’eloquio della politica che è diverso, a metà strada tra il bar e l’università“. “Giuli ha fatto un lungo il giornalista, – ha ricordato il conduttore – poi il ministro lo si giudica dalle azioni che farà, però questa uscita così, ha destato un po’ di sorrisi perché ci sia chiede quale sia il motivo di voler parlare in questo modo, visto che ha fatto il giornalista e sa come si parla al popolo”. “Soprattutto, se sei ministro della Meloni, cioè una che parla come magna. In dialetto, capisci?”, ha concluso ironicamente Travaglio. Secondo Nicola Fratoianni, ospite anche lui del programma, “mi pare che siamo già un passo avanti rispetto al precedente (Sangiuliano, ndr), quello che teneva i libri al contrario”.