“Era rimasto in piedi, non ho visto sangue, non pensavo di averlo ucciso”. Così Daniele Rezza, il giovane di Rozzano che ha confessato di aver ucciso Manuel Mastropasqua, il 31enne morto in ospedale dopo essere stato trovato a terra dai carabinieri in viale Romagna. La Polfer di Alessandria ha visto sui binari un ragazzo con un atteggiamento confuso e gli ha chiesto: “C’è qualcosa che non va?“. E Rezza ha risposto: “Devo confessare un omicidio”. Gli agenti della Polfer lo hanno consegnato ai carabinieri di Milano e, assistito dall’avvocato Maurizio Ferrari, Rezza ha cominciato a raccontare senza reticenze quanto accaduto.

Ha spiegato che era uscito alle 2 e 30 di casa per una passeggiata e il coltello da cucina che aveva nella tuta era per difendersi da eventuali brutti incontri nel quartiere: “Quella notte sono uscito perché ero nervoso”. Aveva visto Mastrapasqua e gli aveva detto: “Dammi qualcosa, dei soldi”. Alla reazione negativa dell’uomo gli aveva strappato le cuffie stereo e Mastrapaqua aveva reagito. Frezza l’ha accoltellato al petto, ma sostiene di non essersi reso conto della gravità di quanto accaduto.

A casa aveva raccontato ai genitori di aver colpito un uomo ma non era stato creduto. Solo la mattina dopo, con le notizie alla tv suo padre e sua madre si sono resi conto del dramma. Poi la fuga, con l’intenzione di andare in Francia ma alla stazione di Alessandria si è ricreduto e, quando ha visto i poliziotti, ha detto loro: “Devo confessare un omicidio”. I carabinieri erano comunque già sulle sue tracce anche sula scorta delle immagini di un ragazzo in tuta e con un cappellino calato sul volto ripreso nella zona del delitto. Il pm Maria Letizia Mocciaro sta lavorando alla richiesta di convalida del fermo che si svolgerà lunedì alle 10 nel carcere milanese di San Vittore. Deve rispondere di omicidio e rapina. In passato il giovane, che non ha completato studi superiori, era stato denunciato per il tentato furto di uno scooter e per rapina impropria per aver aggredito con altri amici alcuni ragazzi sui Navigli: in quel caso il bottino era un portafoglio che poi finisce nel canale.

“Doveva portarlo in caserma, non farlo scappare” e invece “ha cercato di farlo scappare, ha lavato i pantaloni e ha cercato di farlo scappare” dice la madre della vittima ai microfoni di Mediaset. “Manuel con Rozzano davvero non ha mai avuto niente a che fare – ha aggiunto – non conosce nessuno a Rozzano. Il sindaco dice che Rozzano è un posto sicuro ma vada lui in giro alle 3 di notte…”. “L’ergastolo lo paghiamo noi a vita, non lui – ha aggiunto la sorella Marika – Gli daranno 15-20 anni, si è costituito ma in realtà è scappato, non è andato in caserma da qua, l’intento era scappare. Manuel era un bravo ragazzo, non faceva del male a nessuno, sempre positivo, era una persona tranquillissima, riservata”.

“Ora si faccia giustizia – scrive sui social da Gianni Ferretti, sindaco di Rozzano – Abbiamo perso Manuel un bravo ragazzo della nostra città, ucciso l’altra notte a coltellate, da un criminale appena arrestato. Porgo le mie più sentite condoglianze, mi stringo al dolore della famiglia, dei suoi cari e di tutti coloro che gli volevano bene. Verrà indetto il lutto cittadino il giorno del suo funerale”. Ferretti ricorda che “il colpevole è stato preso, l’Arma dei carabinieri e la Tenenza di Rozzano hanno fatto un grande e celere lavoro di indagine. Complimenti e grazie da parte di tutta la città. Ora si faccia giustizia”.

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