Sono notevoli i progressi mondiali compiuti nella scoperta e nello sviluppo di nuovi farmaci antitumorali, ma la disponibilità e la tempestività nella ricezione di questi medicinali variano a seconda del luogo, con i paesi più poveri che sono quelli maggiormente svantaggiati. Lo rivela uno studio internazionale guidato da Qiushi Chen, ricercatore della Pennsylvania State University (Usa) pubblicato sulla rivista open access BMJ Global Health.

Secondo lo studio, solo pochi nuovi farmaci antitumorali sono stati lanciati nei paesi a reddito medio-basso e il divario tra paesi ricchi e poveri è aumentato nel corso del periodo compreso tra il 1990 e il 2022. Le disuguaglianze rilevate dall’analisi possono spiegare gli scarsi risultati in termini di lotta contro il cancro in molti paesi, in particolare in quelli che si trovano all’estremità inferiore della scala di reddito. “Le prove ampiamente raccolte sulle differenze nazionali nella disponibilità di nuovi farmaci antitumorali si sono di solito concentrati su una sola regione del mondo e hanno anche solo un piccolo campione di farmaci”, hanno dichiarato i ricercatori.

Per ottenere un quadro internazionale più ampio della portata del problema, gli scienziati hanno analizzato la disponibilità di tutti i farmaci antitumorali sviluppati in commercio dal 1990 fino alla fine del 2022. Per farlo, hanno attinto alle informazioni contenute in Pharmaprojects, un database commerciale che tiene traccia delle attività di ricerca e sviluppo farmaceutico a livello mondiale in oltre 150 paesi. Si sono concentrati sul primo lancio in ogni paese di un nuovo farmaco antitumorale, indipendentemente dall’indicazione terapeutica, e sui dati in cui il farmaco è stato reso disponibile per il trattamento in quel paese. Gli scienziati hanno utilizzato i dati della Banca Mondiale per raggruppare i paesi in base alle dimensioni della popolazione, al reddito nazionale lordo o RNL, un indicatore della capacità e della disponibilità a pagare, all’indice di Gini, che misura delle disuguaglianze nella distribuzione del reddito, e al numero di medici per 1000 abitanti.

Per quantificare il fabbisogno di farmaci antitumorali, il gruppo di ricerca ha estratto i tassi grezzi di incidenza del cancro in ciascun paese dal Global Cancer Observatory. Durante il periodo di studio, sono stati lanciati 568 nuovi farmaci antitumorali in tutto il mondo e gli autori hanno incluso nella loro analisi un totale di 4184 lanci di farmaci o approvazioni normative per questi farmaci antitumorali in 111 paesi. Più della metà dei farmaci è stata lanciata nell’ultimo decennio, con il 35% nel periodo tra il 2018 e il 2022 e il 20% nel periodo tra il 2013 e il 2017. Questo dato si rapporta con il 22% del periodo tra il 2003 e il 2012 e il 18% del periodo tra il 1993 e il 2002. Al 31 dicembre 2022, il 35% delle 568 farmacie era stato lanciato in un solo paese, il 22% in circa 2 o 5 paesi e il 43% in più di cinque. Dai risultati è emerso che il numero di lanci di nuovi farmaci antitumorali variava in modo sostanziale in tutto il mondo.

Le regioni con il maggior numero di lanci sono lo stato il Nord America, l’Europa occidentale, l’Asia orientale e l’Australia, ovvero le regioni ad alto reddito del mondo. Le regioni con il minor numero di casi sono state l’Africa, il Sud-est asiatico, il Medio Oriente e l’Asia centrale e l’Europa orientale, ovvero le regioni a basso e medio reddito del mondo. A livello nazionale, il numero di nuovi farmaci antitumorali lanciati variava da 0 a 345. I paesi con il maggior numero di lanci sono stati: Stati Uniti, Giappone, Canada, Australia, Regno Unito e Cina. Anche le differenze nel numero di farmaci antitumorali lanciati tra paesi ricchi e poveri si sono allargate nel tempo. Il numero medio di lanci di nuovi farmaci antitumorali ogni anno è passato da 0,5 all’inizio degli anni Novanta a 8,7 nel 2022 nei paesi ad alto reddito; le cifre equivalenti erano da 0,1 a 1,5 all’anno nei paesi a reddito medio-alto e minimo tra i paesi a reddito medio-basso e basso. In molti paesi si sono verificati lunghi ritardi nel lancio dei farmaci dopo un lancio globale.

I ritardi medi tra il primo lancio globale e il secondo, il terzo, il quarto e il quinto lancio si sono ridotti nel tempo: rispettivamente 20, 26, 38 e 44,5 mesi nel periodo tra il 1990 e il 1999; e 16, 21,5, 29 e 37 mesi nel periodo tra il 2010 e il 2022. Quasi la metà, il 45%, dei farmaci antitumorali è stata lanciata per la prima volta negli Stati Uniti, seguita da quasi l’11% in Cina, poco più del 10% nel Regno Unito, in Germania, Francia, Italia e Spagna e poco meno del 9% in Giappone. L’analisi ha dimostrato che un più alto reddito nazionale lordo e una maggiore incidenza del cancro erano associati a un maggior numero di lanci e ritardi più brevi nel lancio.

“Il minor numero di lanci e maggiori ritardi nel lancio di farmaci antitumorali possono aver contribuito alla morbilità e alla mortalità per cancro sproporzionatamente elevati nei paesi a basso e medio reddito”, hanno affermato gli scienziati. “Ricerche precedenti hanno dimostrato che, sebbene l’incidenza complessiva fosse più bassa in questi paesi, il rapporto tra mortalità e incidenza era significativamente più alto, soprattutto tra le donne”, hanno spiegato i ricercatori. “Senza un accesso tempestivo a trattamenti efficaci, questa disparità è destinata a peggiorare, poiché si prevede che l’incidenza del cancro aumenta molto più rapidamente nei paesi a reddito medio-basso, che in quelli ad alto reddito, a causa dei cambiamenti demografici e dell’aumento dei fattori di rischio associati a un’economia in crescita”, hanno aggiunto gli autori.

I ricercatori hanno riconosciuto diversi limiti ai loro risultati. Non erano disponibili informazioni sui prezzi dei farmaci e, secondo i ricercatori, i prezzi possono avere un ruolo nella tempistica del lancio. “Nonostante i notevoli progressi nella scoperta e nello sviluppo di nuovi farmaci antitumorali negli ultimi decenni, molti di questi medicinali sono rimasti indisponibili molti anni dopo il loro primo lancio globale o sono stati disponibili solo dopo lunghi ritardi, soprattutto nelle parti del mondo a basso reddito ”, hanno sottolineato gli scienziati. “Questa disparità sottolinea la necessità di soluzioni politiche per fornire un accesso più equo ai farmaci antitumorali a livello globale”, hanno concluso gli autori.

Lucrezia Parpaglioni

Lo studio

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