C’è anche Al Bano tra le “vittime” dell’ex bancario Vincenzo Coviello, accusato di aver spiato i conti correnti di migliaia di clienti famosi dalla politica al mondo dello spettacolo. Una violazione aziendale e della privacy di rilevante importanza. Il cantante si è lamentato in una intervista a Il Corriere della Sera: “Non si tratta di curiosità, ma di spionaggio. Le banche dovrebbero tutelarci, non spiarci. Non parliamo di due o tre persone, ma di migliaia. Bisogna chiamare le cose con il proprio nome. È vergognoso che ci sia sempre qualcuno che fa quello che non deve”.
E ancora: “Quell’uomo aveva un compito preciso: tutelare i suoi clienti. Non lavorava né per il Kgb né per la Cia, ma per una banca, dove invece ha deciso di fare la spia. Tu non metti i tuoi risparmi in banca per essere spiato. A questo punto, meglio tornare ai metodi antichi: prendere i soldi e metterli sotto le mattonelle, forse lì sarebbero più sicuri”.
E infine: “Se fossi stato il direttore, avrei chiesto il rimborso degli stipendi percepiti da Coviello per tutti i mesi che ha lavorato lì. Pensare male non fa male. Sarà la magistratura a chiarire tutto, ma sono convinto che non sarà difficile arrivare a una conclusione intelligente”.