Ambiente & Veleni

Cervi in Abruzzo, il Consiglio di Stato ferma la strage: accolto il ricorso delle associazioni. Perché è stata sospesa la delibera di Marsilio

Stop alla strage di cervi in Abruzzo. Si è reso necessario l’intervento del Consiglio di Stato per fermare – temporaneamente – il massacro di 469 esemplari deciso lo scorso agosto dalla Giunta guidata da Marco Marsilio e il cui avvio era fissato proprio per oggi. In mattinata era stata annunciata una prima notizia sorprendente, ovvero che gli Atc (Ambiti territoriali di caccia) che avrebbero dovuto gestire le uccisioni non avevano diffuso gli avvisi pubblici relativi alle assegnazioni dei capi da abbattere. Una “dimenticanza” – piuttosto anomala, per la verità – che ha trovato spiegazione con la decisione del Consiglio di Stato.

La sezione sesta, infatti, ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dalle associazioni Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia. Le associazioni avevano impugnato l’ordinanza del Tar Abruzzo che, mercoledì scorso, aveva dato il via libera all’abbattimento. Il presidente della sezione, Carmine Volpe, si è espresso con un provvedimento urgente e ha sospeso la delibera della Giunta, fissando l’udienza in camera di consiglio per il 7 novembre.

A qualcosa, dunque, sono serviti gli appelli (l’ultimo, in ordine di tempo, quello di Franz Di Ciocco, e quello autorevole della scrittrice Premio Strega, Donatella Di Pietrantonio, intervista da il Fatto Quotidiano) e le decine di migliaia di firme raccolte dalla Lav per chiedere a Marsilio un passo indietro. “Lo stop al massacro odierno, inizialmente dovuto alle distrazioni dell’amministrazione abruzzese, è stato superato da uno stop più incisivo e fondamentale – dichiara Massimo Vitturi, area Animali Selvatici Lav – Siamo estremamente felici di questa presa di posizione del Presidente del Consiglio di Stato che dimostra la gravità dei contenuti della delibera della Regione Abruzzo e per questo ha sospeso l’uccisione dei cervi fino al 7 novembre in cui ci sarà la decisione collegiale del Consiglio di Stato”.

La scorsa settimana i giudici amministrativi, in primo grado, nel dare ragione alla Giunta abruzzese avevano posto l’accento sull’interesse (da preservare) relativo alla “sicurezza stradale”. Il Touring Club aveva però rilevato, un mese fa, come i dati comunicati dalla Regione sugli incidenti stradali causati da animali selvatici (e da cervi) fossero sbagliati. E, in sostanza, gonfiati.

“È impensabile continuare a giustificare la caccia come soluzione che possa favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici – hanno scritto le associazioni – Il nostro obiettivo deve essere quello di cercare alternative più rispettose per l’ambiente e per gli animali stessi. La caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, a favore della lobby venatoria”. E ancora: “Ribadiamo l’importanza di considerare gli animali selvatici non come risorse da sfruttare, ma come parte integrante del nostro patrimonio naturale, che va tutelato e rispettato. Non possiamo permettere che l’interesse di pochi prevalga sulla salvaguardia della natura e degli animali che la abitano. L’unica via è quella del rispetto e della convivenza pacifica”.

“Anche stavolta, come accaduto in passato per altri casi, il Consiglio di Stato ha riconosciuto il carattere di urgenza e di estrema gravità, sospendendo tutto fino a quando non avremo esposto le nostre ragioni – ha detto la presidente di Lndc Animal Protection, Piera Rosati – Sono personalmente molto soddisfatta di questo primo risultato perché stiamo seguendo questa vicenda dall’inizio di agosto, con il sostegno di decine di migliaia di cittadini che hanno inviato mail di protesta su nostro invito, e confidiamo che il Consiglio di Stato faccia la cosa giusta e fermi questa mattanza insensata”.

Mail: a.marzocchi@ilfattoquotidiano.it