Cinema

Francis Ford Coppola a Domenica In: “Megalopolis? Ogni volta che mi accingevo a fare questo film succedeva qualcosa di tremendo”. Poi rivela: “Presto dovrò indebitarmi di nuovo”

L’innovatore spettacolare della New Hollywood alla corte del rotocalco Domenica In condotto da Mara Venier

“Zio Ciccio e zia Mara”. Chissà se ai tempi di Apocalypse Now, Francis Ford Coppola si sarebbe mai immaginato una scenetta del genere. L’innovatore spettacolare della New Hollywood alla corte del rotocalco Domenica In condotto da Mara Venier. L’occasione è ghiotta per presentare e spingere un film che faticherà assai ad essere visto, quel Megalopolis croce e delizia di un cineasta che ha fatto la storia del cinema tra gli anni settanta e ottanta e che da almeno trent’anni fatica a ritrovare spazio, spirito e soprattutto denari per produrre nuovi suoi film.

“Credo sia importante ripensare le ipotesi che facciamo per vivere in questo mondo tormentato e quindi raccontare le storie. Per questo ho realizzato il mio ultimo film come una favola. In modo che la storia venga raccontata in maniera diversa, che chiede al pubblico di andare oltre i problemi che ci affliggono, guardando le cose da una prospettiva diversa”, ha spiegato l’85enne regista di origini lucane. Megalopolis è ambientato in un futuro che rassomiglia in modo kitsch l’antica Roma e ha come protagonista un architetto (Adam Driver) che sogna una città utopica mentre a mettergli i bastoni tra le ruote sono un sindaco corrotto e il figlio del ricco banchiere locale. Megalopolis è un progetto che Coppola culla da 40 anni e per 40 anni non è mai riuscito a portare a termine a causa della mancanza di investitori. Fino a quando non ha deciso di vendere i propri vigneti californiani e raggiungere i 120 milioni di dollari di buget per girare il film. Uscito tra fischi e critiche negative dal Festival di Cannes, Megalopoli uscirà in Italia il 16 ottobre. “Ogni volta che mi accingevo a fare questo film succedeva qualcosa di tremendo. Invece credo che sia giusto avere un mondo che sia giusto per tutti, soprattutto per i bambini”.

Coppola ha poi concluso l’intervista dalla Venier ricordando che “Apocalypse Now è stato molto difficile da girare” e che quando aveva trent’anni il successo planetario del Padrino (1972) gli cambiò la vita. “È stato un forte trauma, ero molto povero e non avevo nulla. Ho avuto del successo tutto insieme”. E non è finita qui: Coppola sostiene che Megalopolis non sarà il suo ultimo film. Ci sono infatti all’orizzonte “un piccolo film perché voglio che sia divertente e un secondo molto grande per il quale dovrò indebitarmi di nuovo”.

Intanto oggi il regista è stato omaggiato con un tributo speciale da parte del Ministero della Cultura e di Cinecittà: Coppola, da sempre legato al cinema italiano e agli Studi di Cinecittà, dove ha anche girato alcune scene de “Il Padrino Parte III”, ha ricevuto infatti questa mattina la “Chiave di Cinecittà” dalle mani del sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni, dalla presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia e dall’amministratore delegato Manuela Cacciamani. Un ulteriore onore gli è stato tributato con l’intitolazione di un viale all’interno degli Studi: da oggi, “Viale Francis Ford Coppola” entra a far parte della toponomastica di Cinecittà. Questa sera, al Teatro 10, “Megalopolis” sarà proiettato in anteprima nazionale, come evento di pre-apertura della 19ma Festa del Cinema di Roma e di Alice nella Città.