Calcio

La guerra sui calendari ora è ufficiale: le leghe europee e i calciatori presentano reclamo alla Ue contro la Fifa

“Il calendario internazionale di calcio, eccessivamente saturato, mette a rischio la sicurezza e la salute dei giocatori, e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali apprezzate per generazioni dai tifosi in Europa e nel mondo”. Ora è ufficiale: la guerra dei calendari è iniziata. E il primo atto è un reclamo alla […]

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“Il calendario internazionale di calcio, eccessivamente saturato, mette a rischio la sicurezza e la salute dei giocatori, e minaccia la sostenibilità economica e sociale di importanti competizioni nazionali apprezzate per generazioni dai tifosi in Europa e nel mondo”. Ora è ufficiale: la guerra dei calendari è iniziata. E il primo atto è un reclamo alla Commissione Ue presentato dall’associazione delle Leghe europee (che comprende anche la Serie A) – insieme a La Liga – e dalla Fifpro Europe (il sindacato dei calciatori). Sotto accusa c’è la Fifa per abuso di posizione dominante nell’imposizione del calendario delle partite internazionali 20252026, con particolare riferimento al Mondiale per club 2025 e al Mondiale 2026 in Usa, Canada e Messico.

Il reclamo, dettagliato e supportato da prove, è stato formalmente presentato alla direzione generale per la Concorrenza della Commissione europea, con un’azione legale ritenuta “necessaria per salvaguardare il settore del calcio europeo”. La presentazione segue un’ampia revisione del caso da parte dei legali che rappresentano Fifpro Europe e le Leghe europee, che hanno approvato il reclamo a luglio. Le Leghe e il sindacato dei calciatori mettono in evidenza il “conflitto d’interessi” della Fifa, denunciando il loro mancato coinvolgimento nelle decisioni sul calendario, e accusano la Federazione internazionale di abusare del suo potere governativo per promuovere i propri interessi commerciali.

La recente giurisprudenza europea – comprese le ultime sentenze della Corte Ue nei casi ‘Super League’ e ‘Diarra’ -, viene sottolineato, “chiarisce che, dato il suo conflitto di interessi, la Fifa deve esercitare le sue funzioni regolamentari in modo trasparente, obiettivo, non discriminatorio e proporzionato“. Sul fronte dei calendari internazionali, denunciano ancora le parti, “le regole e la condotta della Fifa sono ben al di sotto di ciò che è richiesto dalla legge dell’Ue, e danneggiano gli interessi economici delle leghe nazionali e la salute e la sicurezza dei giocatori nel calcio europeo”. Le Leghe, Fifpro e LaLiga si dicono infine pronte a collaborare con Bruxelles e le istituzioni rilevanti.

European Leagues: 1130 club coinvolti, 33 paesi rappresentati
A guidare la protesta contro la Fifa è appunto la European Leagues. Un’entità poco conosciuta fino ad oggi. Ne fanno parte 39 leghe professionistiche, che rappresentano 1130 club di 33 diversi paesi in tutta Europa. Ci sono la Premier League, la Serie A, la Bundesliga: quasi tutti i principali campionati, tranne quello spagnolo. Ma la Liga ha comunque aderito alla protesta. L’obiettivo comune è quello migliorare e proteggere l’equilibrio competitivo delle competizioni di calcio professionistico all’interno del calcio europeo. Il presidente è lo svedese Lars-Christer Olsson, ex amministratore delegato della Uefa dal 2003 al 2007.

Guerra dei calendari: le proteste dei giocatori e di Ancelotti
Al fianco della European Leagues c’è poi Fifpro Europe, il sindacato dei calciatori che negli ultimi mesi ha iniziato ad alzare la voce per denunciare l’eccessivo numero di partite. “Uno sciopero da parte dei giocatori? Sì, credo che non manchi molto a qualcosa del genere. Bisogna riposare e staccare perché la salute mentale è importante“, le parole pronunciate da Rodri qualche giorno prima del suo infortunio al legamento crociato del ginocchio destro. Il nuovo format della Champions League ha aumentato il numero di partite e il rinnovato Mondiale per Club (in programma dal 15 giugno al 15 luglio 2025, negli Stati Uniti) prenderà il posto delle vacanze estive per i calciatori dei top club europei. La nuova formula del torneo mondiale era stata criticata anche da Carlo Ancelotti (che poi aveva dovuto ritrattare). Ma il malcontento di molti club e di tanti calciatori è reale.

Nuovo Mondiale per club, tante polemiche e poche certezze
Del nuovo Mondiale per club d’altronde si sa ancora poco. O meglio, il numero di squadre partecipanti (32) e il programma sono già state concordate da tempo. Qualche settimana fa, sono state annunciate anche le città ospitanti (Atlanta, Cincinnati, Ohio, Miami, Nashville, New York, Charlotte, Orlando, Los Angeles, Philadelphia, Seattle, Washington). Per il resto, un grande punto di domanda incombe sull’organizzazione. Diritti tv e montepremi ancora in stand-by: due aspetti che vanno di pari passo, collegati l’uno con l’altro e che non hanno ancora trovato una soluzione. Nelle scorse settimane, infatti, è mancato l’accordo con Apple (responsabile della trasmissione della Mls statunitense) che avrebbe garantito una copertura televisiva totale dell’evento, quanto meno in America: l’offerta però è stata considerata insufficiente per giungere a un accordo. Nuovo Mondiale per Club, ma stessi problemi: il mercato dei diritti tv è ormai saturo. La soluzione finora è una specie di risposta pavloviana: aumentare il numero delle partite. Ma ora giocatori e leghe vogliono dire la loro sul calendario.