È affetta da quella che viene chiamata "porfiria acuta intermittente", un disturbo metabolico molto raro
Nell’immaginario collettivo abbiamo ben presente il fascino, ma anche il terrore che incute il conte Dracula. Figura mitica che ha attraversato nei decenni non solo la letteratura, ma anche il cinema mondiale. “Dracula di Bram Stoker” del 1992, diretto e prodotto da Francis Ford Coppola, tratto appunto dal romanzo “Dracula” (1897) dello scrittore irlandese Bram Stoker, è uno dei piccoli gioielli della cinematografia mondiale. Tutti, quindi, sanno che ci sono tre cose che allontanano Dracula: la luce, la croce e l’aglio. Quest’ultimo però potrebbe realmente causare la morte negli essere umani. Dalla fantasia alla realtà.
È il caso della 32enne Phoenix Nightingale del Minnesota che è affetta da quella che viene chiamata “porfiria acuta intermittente”, un disturbo metabolico molto raro che provoca sintomi come dolore, emicrania, stitichezza e vomito per giorni. “La gente la chiama la malattia del vampiro – ha detto la donna a Jam Press -. Si sospetta che il vero conte Dracula, Vlad III, abbia sofferto di questo disturbo, che ha ispirato la favola dei vampiri che odiano l’aglio e sono avversi alla luce del sole. Deriva dalla leggenda secondo cui dovevano evitare l’aglio, stare lontani dal sole, apparire pallidi e avere denti ritirati. Gli effetti collaterali neurologici possono far pensare che chi soffre di questa patologia debba essere stato un mostro o un posseduto”.
“Non mangio aglio da quando mi è stata diagnosticata la malattia. – ha continuato Phoenix- Non potrei mai mangiare pane all’aglio. Potrebbe farmi venire un attacco. Ho avuto attacchi di vomito di due giorni, a volte 60 volte nel corso di un attacco e difficoltà respiratorie. Ho avuto oltre 480 attacchi di vomito nel corso della sua vita mentre cercavo delle risposte che ho trovato dopo 31 anni, passati a girare da uno specalista all’altro. Ho avuto un attacco in cui non sono andata in ospedale ed è durato 40 ore. Vomito continuo, perdita di conoscenza, urla e pianti”, ha detto.
La donna cerca di stare attentissima al ristorante: “Quando esco a cena, a meno che non sia un posto che conosco, guardo il menu e piango perché non so cosa posso mangiare e preferisco attenermi ai miei cibi sicuri”.